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Ibm, modello «industriale» nei servizi per veri risultati

Eva D'Onofrio è da ottobre la nuova Vice President Global Technology Services di Ibm Italia, la divisione di Ibm che ha la missione di aiutare le aziende a gestire la complessità del mercato attraverso un sistema informativo che deve generare valore per il business.
«Nell'ambiente estremamente dinamico e competitivo a livello globale - spiega D'Onofrio - l'offerta di Ibm sta evolvendo: l'obiettivo non è più solo aiutare le aziende nel loro percorso di trasformazione dell'It, ma farlo con risultati assicurati. Si tratta di un cambiamento reso possibile attraverso l'utilizzo di tecnologie come la business analytics, il cloud e soluzioni verticali di industria, che consentono di realizzare infrastrutture sempre più in grado di gestire la crescente complessità. Questa “industrializzazione” dei servizi parte da capacità fondamentali, quali la componentizzazione dei servizi stessi, unitamente alla standardizzazione dei processi e alla possibilità di inserire asset in questi processi che ne permettono una maggiore automazione, così da poter raggiungere livelli di produttività, qualità e innovazione molto elevati. L'esperienza acquisita ci consente di offrire soluzioni su misura, ma basate su offerte di servizi configurabili e piattaforme pre-ingegnerizzate, altamente standardizzate. La società di analisi Idc ha classificato Ibm Global Technology Services al primo posto come quota di mercato, misurata in base al fatturato. È il risultato della capacità di Ibm di offrire, in modo esclusivo, le migliori competenze del settore unite a un know-how tecnologico e un portafoglio software di altissimo livello». Ibm ha gestito negli ultimi decenni ambienti It per oltre 1.000 clienti in più di 400 data center distribuiti in oltre 170 paesi. Quale ruolo ha questa esperienza? «Ibm - risponde la manager - è estremamente ponderata nel decidere quando sfruttare i vantaggi della globalizzazione e quando invece ottimizzare la presenza locale, in sintonia con le esigenze dello specifico cliente. In Italia, Ibm è presente con un Campus nell'area milanese: si tratta di quattro data center fisici connessi da rete metropolitana ad altissima velocità, tali da poter essere gestiti come un unico data center. Inoltre è italiana la realizzazione di una infrastruttura di help desk multilingua che serve molti clienti in Europa, oltre che tutti i clienti italiani». E quali sono, tra le diverse problematiche, quelle per cui le aziende potrebbero avere bisogno di un supporto? «Sulla base di priorità identificate dai clienti, il Services Innovation Lab (Sil) di Ibm, con oltre 200 ricercatori e professionisti dei servizi, sta lavorando per accelerare ed espandere servizi innovativi».
Al momento si stanno focalizzando le seguenti aree. Cloud computing: si creeranno sia nuovi servizi cloud che nuovi metodi per spostare gli ambienti di calcolo tradizionali verso questo modello. Business analytics avanzata: si sta lavorando a modi nuovi per integrare strettamente i servizi di analitica con i processi di business e per creare nuovi tipi di servizi e applicazioni che possano essere inseriti più rapidamente negli ambienti dei clienti.

Automazione dell'erogazione dei servizi, si utilizzerà il data mining e il software di business analytics per creare nuove funzionalità di erogazione, che miglioreranno il funzionamento di un data center, consentendo alla gestione IT di diventare predittiva e proattiva. Mobility: il Sil svilupperà nuovi modi per accedere alle applicazioni e all'infrastruttura aziendali, indipendentemente dal dispositivo utilizzato, aiutando le aziende a sfruttare le tecnologie mobili.

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