Ibra che resta, Sneijder che parte?

A giugno vale tutto, anche Ibra e Messi al Madrid, due amicissimi. El mundo deportivo c’ha provato, del resto in Spagna sono campioni del mondo in carica, ieri notte in amichevole ne hanno rifilate quattro agli Usa e ha segnato pure Fernando Torres, altra categoria, irraggiungibili. Essendo al centro del calcio possono raccontarla come credono e la notizia dello svedese già stanco del Milan e risoluto a tornare sulla sponda opposta della Liga per fargliela pagare a quel malmostoso di Guardiola, inziga. D’acchito c’erano anche delle motivazioni, per esempio il desiderio dello Zlatan di ricongiungersi a Josè Mourinho, quello per cui avrebbe ucciso. E poi Mou che lo ha sempre rimpianto fin dal primo secondo della sua fuga dal ritiro dell’Inter di Los Angeles. Con i dettagli: trattativa già avviata, 40 milioni la richiesta di via Turati. Punto primo: Ibra è ancora di Sandro Rosell, il Milan deve pagare la prima rata di otto milioni entro la fine del mese, poi ne ha altre due, per vendere Ibra deve prima saldare oppure lavorare di concerto con il Barça. E in pochi immaginano un Rosell eccitato da questo trasferimento. Secondo: è vero che il dottor Galliani sta lavorando per limare gli ingaggi, ma lo svedese appare fuori da eventuali discussioni. Terzo: Ibra, raggiunto in Svezia, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Voglio restare altri tre anni in maglia rossonera. Sto bene lì». Per coerenza è giusto ricordare che siamo sempre a giugno, davanti a una finestra di mercato di tre mesi con Mino Raiola procuratore. E poi non è così certo quanto sia beneaugurante questa notizia. Il Milan che punta dichiaratamente alla Champions parte con un centravanti che esce dall’Inter e i nerazzurri diventano campioni d’Europa, esce dal Barça e questi diventano campioni d’Europa. Comunque se Ibra al Madrid pesava poco, Messi è addirittura una dichiarazione di Gonzalo Higuain, centravanti del Real Madrid: «Se fossi nel presidente Florentino Perez e avessi tanti soldi da spendere, comprerei Messi». Dai, è carina.
Morale: il dottor Galliani ha confidato che il presidente Silvio Berlusconi prenderà una mezzala sinistra, ed erano anni che non si sentiva parlare di mezzala sinistra. Mentre per Alex Witsel l’accordo con lo Standard sembra fatto, manca solo la firma del centrocampista della nazionale belga che Ariedo Braida ha visionato personalmente vedendogli sbagliare un rigore nell’1-1 fra Belgio e Turchia.
Comunque anche l’Inter non si farà mancare niente, sono già pronti tre tormentoni di livello, le cessioni di Douglas Maicon e Wesley Sneijder, l’acquisto di Alexis Sanchez. Sul terzino destro più forte del mondo siamo almeno alla terza stagione consecutiva in cui la sua partenza viene data per certa. Sneijder è una new entry, destinazione i due Manchester e desiderio di Roman Abramovich se non dovesse arrivare Cesc Fabregas sul quale c’è proprio l’Inter che secondo il People, altro fuoriclasse della notizia, avrebbe già offerto all’Arsenal 50 milioni di sterline, 56 milioni di euro. Di vero c’è che Wesley vuole cambiare aria, l’Inter attende l’asta, si parte dai 30 milioni offerti da Alex Ferguson, ma Guus Hiddink, al momento solo consulente del Chelsea, il connazionale Sneijder lo prenderebbe al volo. Maicon resta insostituibile, e Sneijder è l’unico col passo breve in una squadra molto fisica. Però ecco Alexis Sanchez al centro di due scuole di pensiero e una certezza: l’Inter è in vantaggio sul Barcellona nonostante il madridista As scriva che il cileno avrebbe già firmato per i campioni d’Europa. Sull’accordo fra Udinese e Inter girano due versioni, la prima prevede Obi e Santon in Friuli più 20 milioni, la seconda Mariga più Coutinho e 16 milioni. Nella prima opzione finirebbe in bianconero anche Gaston Ramirez ora al Bologna, nella seconda Francesco Bolzoni, ora al Genoa.

Ce ne sarebbero anche altre, tipo Inler a un passo dalla Juve, Carlos Tevez in rotta con il City, Raiola da De Laurentiis per Hamsik, Klose che sta per dire sì alla Lazio, Andrea Pirlo che ha chiesto Giuseppe Rossi al suo presidente, Javier Pastore che tutti vogliono ma nessuno se lo prende.

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