Ibra, dal Chelsea offerta choc Lui apre la porta, poi vola negli Usa

Ibrahimovic ci riprova. Ancora una volta. E prima di volare verso gli Usa che restituiscono spessore al calcio milanese richiamato laggiù da contratti molto ricchi. «Il Chelsea presenta una mega offerta (58 milioni, ndr) all’Inter per Ibrahimovic» strilla nell’edizione on line il “News of the World” e bastano alcuni lanci d’agenzia, rimbalzati in Italia, per dare alla vicenda la dimensione di un’autentica bomba di calcio-mercato. Anche perché l’indiscrezione viene “cucinata” con alcune frasi dell’interessato con cui lo svedese strizzerebbe l’occhio al Chelsea e al calcio inglese. Tanto per cambiare. Ancora una volta, allora. Come già accaduto qualche settimana prima, allorquando Zlatan firmò una serie di giudizi stregati nei confronti del Barcellona e del suo calcio, dichiarandosi felicissimo nell’eventualità di un trasferimento in Catalogna. «Sono a conoscenza dell’interesse del Chelsea e questo è lusinghiero per me» la frase poco credibile attribuita a Ibrahimovic il quale durante le vacanze ha spesso interrogato al telefono il procuratore Raiola, per chiedergli conferma puntuale dei “boatos” di mercato. Meno credibile, conoscendo il soggetto e chi gli gestisce il contratto, la disponibilità di Ibrahimovic a ridursi lo stipendio passatogli dall’Inter e che ammonta a una cifra enorme, 12 milioni netti l’anno con una punta di 17 alla scadenza dell’accordo.
Avesse avuto voglia e forza per spegnere ogni fuocherello e garantirsi una preparazione serena, Zlatan aveva una grande occasione. E invece, dalla Malpensa, prima di volare verso Los Angeles, ha risposto in modo vago alle domande sull’argomento. «Vediamo, vediamo...»: due volte vediamo dinanzi al quesito sul suo futuro interista. «Vediamo, un giorno alla volta» l’altra frase aggiunta prima di sparire dietro la dogana dell’aeroporto milanese. Quasi avesse voglia, una voglia disperata, di tenere in vita la fiammella del Chelsea e di far sapere che è sempre pronto a richiudere la valigia e a partire. Anche se la stagione è già cominciata, Mourinho ha giocato a scarica-barile e Moratti ha ricordato a tutti la missione, possibile, della Champions.
Da Londra, quartier generale del Chelsea, la risposta è la seguente: «Mai sentito parlare di Ibra». Che vuol dire tutto e niente. È vero, Ancelotti, nel suo libro, ha avuto una definizione non proprio simpatica per Ibrahimovic, lo ha ribattezzato “Pinocchio”. Ma conoscendo Carlo e il suo carattere gli basterebbe un istante per sciogliere il ghiaccio e accogliere Ibra in Premier league. Non è questo il punto. Anche perché gli obiettivi del club di Abramovich sono noti e non prevedono, per esempio, alcun cambiamento di rotta nei confronti del capitano Terry, cui viene attribuito l’intenzione di chiedere il permesso per andare a colloquio con il Manchester City. Ancelotti è lì che aspetta, fiducioso. «Il mercato chiude a fine agosto» ha preso a ripetere. Nel frattempo è ripartita la caccia a Xabi Alonso, centrocampista finito nella lista d’oro del Real Madrid e da sempre oggetto del desiderio dei Blues. L’alternativa, se si interroga Ancelotti, è una sola: Andrea Pirlo. Ma al Chelsea, Frank Arnesen, insediato ufficialmente nel ruolo di ds e braccio destro operativo di Abramovich, è sempre contrario all’operazione: per il costo del trasferimento e per l’età del centrocampista rossonero. Di qui la battuta sfiziosa di Carlo Ancelotti. Lo hanno informato di quel che ha raccontato Pippo Inzaghi e cioè dei suoi sms quotidiani, spediti a Pirlo, con un messaggio ripetuto, «Andrea, non ci lasciare». La chiosa di Ancelotti è stata la seguente: «Avrebbe dovuto raccontare ai giornalisti la risposta di Pirlo, sarebbe stata più interessante...».
Che i rapporti tra Ancelotti e il Milan siano rimasti intatti, scanditi da autentica amicizia, non ci sono dubbi. La prova del nove è rappresentata da una sana abitudine e da una battuta, la seconda, pronunciata ieri da Carlo Ancelotti. «Con Leonardo ci sentiamo spesso al telefono» ecco il particolare svelato dal tecnico volato in Inghilterra.

«So che è contento della prima settimana di lavoro a Milanello» il particolare aggiunto a beneficio non tanto dei media quanto del flusso di informazioni sull’asse Milanello-Londra. «Lo sanno tutti che io resto tifoso del Milan. Anzi mi girano un po’ per non essere riuscito a vederli in tv, alla prima uscita» l’ultima confessione.

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