da Milano
Il segno del potere e il sogno del padrone sono diventati tuttuno grazie alla vena ispirata di Julio Ricardo Cruz, largentino dalla faccia triste e il piede caldo. Due gol per imitare lultima vena di Ibrahimovic e dire al campionato che lInter è e, per ora, resta la sua regina. Come prima, più di prima, perché lanno scorso i punti conquistati alla settima giornata erano due in meno. Gli altri hanno ben da rabbrividire. È bastata mezzora per sfondare il Napoli, sette giornate per riempire gli occhi dei suoi tifosi e mettere tutti i dubbi possibili agli avversari.
Vento frizzante a San Siro e lInter è entrata subito in partita. San Siro molto più confortevole (nel senso del pubblico) rispetto al martedì di coppa. Un po di napoletani di Milano in tribuna (si fa presto ad aggirare i divieti), qualche striscione vietato in bella esposizione, di tutto un po a far da cornice al giocare svelto, agile, graffiante della gente nerazzurra e al contrapporsi volonteroso e intrigante del Napoli. Ricardo Cruz è stato la voce del padrone e dei padroni, entrato nella parte del goleador senza paura: qualche errore ma poca accademia. Gli è bastato sbagliare nella prima partita di campionato con lUdinese. Dopo aver scontato la penitenza, ha capito che questanno nessuno può scherzare in attacco.
LInter ha sofferto un poco il guizzare furbo e pepato del lupo Ezequiel, al secolo Eczequiel Lavezzi, argentino indiavolato che ha reso il giocare del Napoli molto più convincente. Peccato, per il Napoli, che la difesa non sia altrettanto sveglia: sono bastate penetrazioni verticali e rapide per mettere in ginocchio la squadra di Reja.
LInter ha rischiato qualcosa, tanto per farsi riconoscere: quel gattone di Zalayeta ha pescato Samuel nellerrore dopo 13 minuti, ma sè visto sradicare palla dalla devastante prepotenza di Chivu. Da quel momento la difesa ha tenuto occhio molto più lungo ed attento. Il giocare del centrocampo si è fatto più consistente, ma linterpretazione migliore è spuntata quando Cruz e Ibra si sono dati di gomito in un contropiede da assatanati: Ibra ha sfondato difesa e difensori fino ad allungare palla al Jardinero dal piede caldo.
Segnato un gol, ne potevano arrivare altri tre fin alla conclusione del primo tempo. LInter ha preso a giocare con facilità, il Napoli con le difficoltà di una squadra ben assestata, ma dalla qualità inferiore. Ibra ha cercato il gol (lancio di Figo) e non lha trovato. Invece un lancio da piede-radar di Stankovic ha ripescato Cruz e il suo istinto da killer: due gol dellInter, il terzo in quattro partite per largentino. Niente male a futura memoria. Immaginate la faccia di Adriano, Crespo e Suazo che stavano in panchina.
E la pancia nerazzurra sarebbe stata più gonfia, se largentino non avesse sbagliato la terza rete al termine di una azione da calcio spettacolo progettata con Figo e Ibra: pallone fuori e tanti ohhh!!! di meraviglia e delusione. Forse nulla al confronto dello sbigottimento di Ibra che, pochi minuti dopo, si è di nuovo infilato nella difesa marmellata del Napoli ed ha sparato un pallone in faccia a Iezzo: il portiere ha respinto senza nemmeno chiudere gli occhi. Ci volevano gli applausi e lo svedese cavallerescamente non glieli ha negati.
Fine? Macché, la storia poteva concludersi con un altro gol di Suazo, subentrato a Cruz nella ripresa, se il tipo non avesse ancora piedi un po ruvidi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.