Idea di Galliani: «Lega in Borsa»

da Milano

Passo avanti dopo passo avanti, le prove tecniche di grande accordo sulla divisione della torta dei diritti tv continuano. Ieri a Milano, dopo il vertice romano promosso da Carraro, altro progresso lungo la strada, complicata. «Ho notato un clima buono» riferisce Galliani mentre Spinelli e Cellino, esponenti dei due fronti, si spendono in giudizi più impegnativi. Il presidente del Livorno confeziona addirittura una battuta fulminante su Diego Della Valle, assente (per lavoro è in Austria), «quando non c’è lui va alla grande» che non piace a Garrone, sodale dell’imprenditore marchigiano, «va meglio se non interviene lui» la replica acida. I progressi sono sotto gli occhi di tutti. A cominciare dalla definitiva intesa con la serie B per la separazione: i club cadetti, in cambio dei 95 milioni per tre anni, più altri 95 per altri sei, si impegnano a non far causa alla serie A per la nascita della loro Lega e a vivere, in modo virtuoso, i contributi passati dai colleghi. «Ma il nodo sciolto è un altro: finalmente i miei colleghi hanno capito, in materia di diritti, che il problema non è soggettivi o collettivi, ma la ripartizione delle risorse, hanno capito che non ci sono né Robin Hood e neanche Sceriffi di Nottingham» riferisce sempre Galliani, soddisfatto e pronto a distribuire in assemblea la tabella degli attuali ricavi. Tra un mese giusto, venerdì 3 marzo, appuntamento a Milano per vedere se è possibile «mettere mano a una tabellina magica» che stabilisca il peso specifico dei singoli club, tenendo conto di alcuni fattori, «come la storia, i risultati raggiunti, la presenza di pubblico negli stadi, etc.». «Per la prima volta sono molto fiducioso» è il sentimento confessato da Galliani, pronto anche a rilanciare un progetto non più segreto.

«Con i profitti che aumentano, per il calcio, si può pensare a quotare la Lega che può raggiungere un miliardo di euro di fatturato: è il mio sogno» fa sapere il presidente che ricorda il limite attuale del settore, «la litigiosità, non certo il suo appeal presso il grande pubblico». L’assenza di Della Valle forse ha aiutato, a distendere gli animi è intervenuta la promessa di contratti per tutti, fatta da La7 oltre che da Mediaset. «Ma attenti, non Vogliamo le briciole» avverte Garrone.

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