Cronaca locale

Le idee di Boeri: "Ecopass per tutti e una grande moschea"

Stefano Boeri, candidato alle primarie, detta i primi punti del suo programma. Ma il Pd si spacca dopo la decisione del gruppo "Milano riparte" di candidare alle primarie l’ex presidente della Corte costituzionale Valerio Onida: una notte dei lunghi coltelli prima del sì del costituzionalista. L'intervista/Boeri: "Io un ex picchiatore? Più che altro le ho prese"

Le idee di Boeri: "Ecopass per tutti 
e una grande moschea"

Promette un Ecopass allargato e a pagamento per tutti e una grande moschea. Con lui in Comune i residenti che hanno appena ringraziato la giunta per il coprifuoco dovranno forse rimangiarsi la parola («mi vergogno a vedere le macchine dei vigili a presidiare il Corvetto»). Prima sintesi del programma elettorale firmato dall’architetto Stefano Boeri, candidato alle primarie del centrosinistra che si terranno il 14 novembre. Un aspirante sindaco che prepara la lista civica e si dichiara orgogliosamente «fuori dai partiti», ma poi li corteggia tutti, dall’Udc alla sinistra radicale, dall’Idv al Pd. «Sulle alleanze sono sereno - ha assicurato ieri presentando ufficialmente la candidatura - ho massimo rispetto dei partiti che mi auguro mi sostengano». E via con l’elenco: «Spero che il Pd ci sia con tutte le sue diversissime anime. Spero aderiscano Idv, anime dell’Udc, alcune della sinistra radicale». Ieri alle 21 e 15 si è presentato all’Umanitaria dove i 92 firmatari di «Milano Riparte» dovevano votare per il terzo candidato alle primarie dopo Boeri e Giuliano Pisapia, il costituzionalista Valerio Onida. Un tentativo (inutile) di farlo desistere? «Per me è quasi un mito, una persona formidabile e sono strafelice se entra nel gioco, vado lì per raccontare il mio progetto, se mi sostenesse sarei onorato e se va da solo sono felice comunque». Dovrà affrontarlo come avversario invece, al termine di una lunga notte di liti e trattative, e ora la strada per lui diventa tutta in salita e ancora più larga la spaccatura del Pd. Tra i due contendenti vicini al Pd ride bene a questo punto Pisapia. Sarà una bella sorpresa l’esito delle primarie che si terranno il 14 novembre, la data uscita dalla riunione tra Pd, Verdi, Psi, Sel, Federazione di sinistra. Presente solo come spettatore l’Idv, in fibrillazione. Primarie a turno unico, abortita l’ipotesi del ballottaggio. Il regolamento sarà definito a giorni, nelle prossime settimane invece, come spiega il coordinatore cittadino del Pd Francesco La Forgia, «il quadro imprescindibile di riforme che i candidati dovranno condividere e sposare».
«Non sono un archistar» ha esordito ieri Boeri. Non rinnega «nulla del passato professionale», dal masterplan di Expo su incarico della Moratti («sono stato fiero di aver lavorato anche per una giunta di centrodestra, lei è stata coraggiosa e ostinata»), ai progetti con immobiliaristi come Ligresti. Legami per cui è stato attaccato anche da esponenti della sinistra radicale da Dario Fo o Basilio Rizzo: «É ora di sbarazzarci di questi comprimari rancorosi della sinistra». Nega conflitti di interesse: «Se sarò eletto non sarò più architetto e il mio studio non avrà più nulla a che fare con me». Corteggia una fetta forte dell’elettorato: «I commercianti sappiano che sarò molto attento alle loro esigenze». Milano? «Una città ostile a giovani e immigrati, governata da inetti». Boccia la cultura («solo mostre di serie B»), il Pgt («con 80mila alloggi sfitti non serve costruire case»), voleva disegnare l’area Expo all’Ortomercato invece che a Rho ma «bisogna andare avanti perchè consegnarla a Smirne sarebbe una buffonata e una bomba internazionale».

É pronto a riaprire pure la telenovela degli alberi in piazza Duomo con Renzo Piano e il maestro Abbado.

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