Idee luminose per luoghi chiusi

Idee luminose per luoghi chiusi

Un evento di livello internazionale. Finalmente. Roma si sveglia dal suo torpore e, in perfetta sintonia con la Francia, rilancia la sua posizione di prestigio. Con una mostra che racconta potenzialità e capacità di grandi artisti italiani e francesi appunto, che dialogano con spazi e luoghi di assoluta intensità. Palazzo Farnese, la chiesa di San Luigi dei Francesi, la chiesa di San Nicola dei Lorenesi, di cui da poco è stato completato il restauro, e infine Villa Medici. Luoghi di cultura, che vengono aperti per un confronto con l’arte contemporanea. Una scommessa vinta, quella fatta dal curatore della mostra, Henry Claude Cousseau, coadiuvato da Marcello Smarrelli per la scelta degli artisti italiani. «Luce di Pietra» si chiama la mostra, poiché l’elemento di partenza è proprio quello della luce. La straordinarietà della mostra è data dal fatto che per la maggior parte delle opere installate il lavoro è stato site specific. Gli artisti non si sono lasciati impaurire dalla forza dei luoghi e hanno comunque deciso di intervenire realizzando delle opere in grado, più o meno, di dialogare con gli spazi dati loro a disposizione.
Non solo sono state prestate per questa operazione le belle sale di Palazzo Farnese ma anche i suoi sotterranei, che ora accolgono opere degli artisti impegnati. Ed è qui che probabilmente si possono ammirare i lavori di maggiore suggestione. Quello di Yann Toma provoca nello spettatore una emozione senza limiti. Si entra in un luogo completamente buio e ci si trova improvvisamente in una sala, piuttosto grande, al cui interno si vedono migliaia di lampadine poggiate in terra. Un vero corto circuito tra l’immagine che ci si trova davanti e il luogo nel quale si entra. Sempre di grande impatto l’opera di Nathalie Junod Ponsard, che ha creato delle vibrazioni luminose di colore rosso su di un mosaico del III secolo a.C. Sempre a Palazzo Farnese i lavori di Micol Assael, Elisabetta Benassi, Patrick Tuttofuoco, Christain Boltanski, Enzo Cucchi, Laurent Grasso, Jannis Kounellis, che come sempre stupisce con i suoi capolavori, Michel Verjux.


Tra le due opere presenti nelle chiese molto interessante quella di Giovanni Anselmo presso la chiesa di San Nicola dei Lorenesi. Una serie di proiezioni della scritta «particolare» esaltano il rapporto tra il visibile e l’invisibile, tra finito e il non finito.
Informazioni utili: «Luce di Pietra». Fino al 15 aprile. www.lucedipietra.it

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