A Roma, alle spalle di casa mia, c’è un austero negozio che vende articoli religiosi, abiti talari, tiare e paramenti sacri. Ma da qualche tempo c’è un’inquietante vetrina con un completo da pontefice. Sapendo che di papi ce n’è solo uno alla volta, mi chiedo chi siano gli acquirenti. Escludo l’ipotesi di un avvertimento mafioso al Papa. Assai improbabile mi pare pure un gesto iettatorio contro la sua salute, lui disponendo peraltro di solide protezioni celesti. Per la stessa ragione mi pare da scartare pure l’inverso,che sia una scaramanzia per allungare la vita al Papa. Allora torno a chiedermi: ma chi si va a comprare un abito da papa?
Un mitomane, un seminarista ambizioso, uno che crede al detto«l’abito fa il monaco»,oppure un cardinale stratega, vera eminenza grigia, che vuole condizionare il futuro conclave abituando i colleghi a vederlo già in abito pontificale? Non so, ma ho il sospetto che per chi acquista l’abito da papa scatti automaticamente la denuncia per millantato credito, sostituzione di persona, oltraggio e truffa. Come quella di Totò che voleva vendere la fontana di Trevi; ma mi pare un po’ difficile spacciarsi papi, non ce ne sono tanti in giro. Ratzinger non sarà popolare come Giovanni Paolo II ma credo che lo conoscano tutti. Escludo pure che sia un abito di carnevale o nasca da fiuto commerciale in vista del film di Nanni Moretti sul papa che non crede più nel suo Principale. Il negozio è serio, frequentato da prelati, mica da attori e maschere; non mescola il sacro e il profano.
Il giorno seguente non ho visto più in vetrina l’abito papale.
Sarà passato Benedetto XVI con la papamobile e, approfittando dei saldi, s’è fatto un ricambio? Ma il Papa ha un sarto di fiducia, anche perché gli abiti del Papa non possono essere di serie, avendo un cliente solo, che si rinnova a ogni morte di papa.
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