Nessun esordio poteva essere più clamoroso: in una seduta di crollo dei mercati, Exor - la «nuova» holding di partecipazioni del gruppo Agnelli - ha fatto un balzo del 6,68% se calcolato sul prezzo di riferimento, e addirittura dell8,56%, se calcolato sullultimo contratto. Il valore finale dellazione è stato di 6,15 euro. Questo per i titoli ordinari; meno bene è andata alle altre categorie, le privilegiate sono state limate dello 0,52%, le risparmio dell1,14%.
Difficile spiegare una performance di portata così ampia, anche perché, se ieri il titolo faceva il debutto col nuovo nome, loperazione di integrazione di Ifil in Ifi e laccorciamento della catena di controllo del gruppo da parte della Giovanni Agnelli & C. Sapaz, erano ormai superscontate. Sicuramente i progressi della controllante non sono stati alimentati dallandamento delle partecipazioni: la Fiat, lasset di gran lunga più importante, ieri ha guadagnato l1,61%: buon risultato, sì, ma non tale da giustificare un tale apprezzamento da parte della holding.
Forse le risposte si possono cercare altrove, e sono legate allappeal internazionale di Exor (il nome è stato scelto anche perché si pronuncia in maniera identica in ogni lingua); il fatto che il fondo canadese Cundill, con il 12,9% del capitale ordinario, sia il secondo socio dopo laccomandita di famiglia (59,1%) sicuramente aiuta a capire come la società abbia una forte visibilità extraeuropea. Molto interessante uninformazione proveniente dallinterno del gruppo: negli ultimi mesi il 75% di «clic» sul sito internet (da ieri nuovo di zecca) è risultato provenire da Stati Uniti e Canada, bacino naturale dei soci di Cundill, ma anche (gli Usa) teatro delle strategie di espansione della Fiat, prossima allingresso nella Chrysler.
Altra osservazione: è normale che società di partecipazioni come Exor quotino «a sconto» rispetto alle società in portafoglio. In altri termini, la somma delle singole partecipazioni ha un valore inferiore agli addendi calcolati singolarmente. Questo differenziale, normalmente riconosciuto dal mercato in una quota vicino tra il 20 e il 25%, per Exor nelle ultime settimane si era vistosamente allargato, arrivando a sfiorare il 50%. Comprensibile e aritmetico, dunque, uno strappo verso il recupero di soglie più accettabili.
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