Ifo, i trapiantati di fegato scrivono al ministro Turco

«Si faccia chiarezza sul futuro degli Ifo». Questa è la voce degli assistiti che fa da contraltare al silenzio assordante della giunta Marrazzo in merito alle accuse di smantellamento del centro trapianti che, presso l'istituto, era dedito alla terapia chirurgica dei malati oncologici. E l'incertezza del futuro ha esasperato gli stessi pazienti tanto da spingerli a presentare le proprie rimostranze direttamente ai vertici del governo nazionale. Con una lettera, i pazienti trapiantati ancora in cura presso il reparto di chirurgia del fegato del Regina Elena, hanno chiesto l’intervento del ministro della Salute Livia Turco e del presidente della commissione Sanità di Palazzo Madama Ignazio Marino per ripristinare presso gli Istituti fisioterapici ospitalieri l’ambulatorio per i controlli specialistici cui tutti loro sono periodicamente sottoposti. L’ambulatorio è stato chiuso fin dai primi di aprile e, a oggi, malgrado le pressanti richieste di assistenza da parte di chi ne usufruiva, tale è rimasto. Ma questa sembra essere solo l’ennesima dimostrazione che la politica dello smantellamento, nel Lazio, regna sovrana: i pazienti stessi precisano che «adesso l’ambulatorio dove ci si può rivolgere è stato posizionato temporaneamente al San Camillo, ma risulta inadeguato, mentre - scrivono - al Regina Elena non esiste più alcun reparto dove si intervenga sulle patologie epatiche a livello chirurgico». A sentire invece i vertici regionali, e primo fra tutti l’assessore alla Sanità Augusto Battaglia, il futuro dovrebbe riservare ai cittadini del Lazio un nuovo e attrezzatissimo centro di eccellenza per la chirurgia dei trapianti. Ma anche qui come per buona parte delle politiche gestionali di materia strettamente sanitaria il condizionale rimane d’obbligo. Non certo per l’eccellenza del reparto che dovrà essere allestito ma sui tempi e sui modi di allestimento: a oggi c’è solo l’équipe medica, parzialmente trasferita dagli Ifo, ma non la struttura operativa. Ecco perché i pazienti dell’Ifo chiedono il tempestivo ripristino dell’ambulatorio presso la sede primaria del Regina Elena. Sarebbe l’unica via d’uscita. La più adeguata a chi è in terapia e pure all’amministrazione regionale che almeno avrebbe un problema in meno tra quelli da risolvere. Quale problema? La realizzazione di un nuovo centro trapianti che, senza uno stanziamento di fondi definito, sarebbe un’operazione in perdita. E il perché è presto detto: «Solitamente prima di parlare di trasferimento di reparti specialistici così importanti quanto esclusivi si va ad adeguare la struttura che li dovrà ospitare, soprattutto se - spiega il vicepresidente della commissione Sanità della Pisana Stefano De Lillo (FI) - si deve rendere conto ai pazienti in cura.

Occorre quindi capire a che punto stanno i lavori di adeguamento presso lo Spallanzani, le risorse finanziarie stanziate e le decisioni prese dalla giunta Marrazzo. Per questo ritengo opportuno che si faccia tempestivamente un’ispezione incondizionata presso l’ospedale per rendersi conto delle cause che ancora oggi hanno reso impossibile il completamento del nuovo reparto».

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