Ignatij Brjancaninov

Si chiamava Dmitrij ed era di nobile famiglia. Nacque nel 1807 nei suoi possedimenti nel governatorato russo di Vologda. Dopo aver studiato nelle migliori scuole, si iscrisse all’Istituto superiore di ingegneria a Pietroburgo. Qui il giovane Brjancaninov frequentò i circoli più altolocati della capitale e perfino la corte imperiale, dove si guadagnò le simpatie dello zar Nicola I. Ma, sempre nella capitale, un giorno fu assalito da una crisi religiosa così profonda da indurlo ad abbandonare la vita mondana. Fu molto a malincuore che lo zar gli diede il permesso di farsi monaco. Dmitrij diventò discepolo del primo starec del famoso monastero di Optina, s. Lev. Nel 1831 prese i voti monastici a Vologda col nome di Ignatij e venne ordinato sacerdote. Per diverso tempo si dedicò ad approfondire il cosiddetto esicasmo o preghiera del cuore o, ancora, preghiera di Gesù, strumento ascetico tenuto in grandissimo onore nel cristianesimo russo. Ma, come scrive Il’ja Semenenko-Basin nel suo Eternamente fiorisce (La Casa di Matriona), a corte non si erano dimenticati di quel giovane aristocratico che aveva preferito la vita religiosa in un monastero di provincia. Così, nel 1834 il monaco Ignatij venne chiamato a dirigere l’eremo di San Sergio, nei pressi della capitale. Nel 1857 fu lo stesso zar a volerlo vescovo del Caucaso, con sede a Stavropol’.

Ma ormai Ignatij era tutto preso dall’ascetica e nel 1861 diede le dimissioni per ritirarsi in un monastero sperduto della diocesi di Kostroma, dove scrisse libri sulla preghiera di Gesù ed ebbe molti discepoli. Morì nel 1867.

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