Ignorare l’istinto trasformò la A in C

(...) a ragionare con una sconfitta patita dalla Juventus anziché dalla Pro Patria. Nessuno, a parte chi di Serse Cosmi non aveva una gran stima prima ancora dell’inizio della sua avventura rossoblù, sosteneva che la sconfitta di Treviso dovesse costargli la panchina. Perché nel calcio contano solo i risultati. Nel male ma anche nel bene. Perché un allenatore in testa alla classifica non deve essere esonerato. Chissà poi perché? In realtà i risultati sono sempre figli di quello che non si vede. Di quello che accade durante la settimana, in società come nello spogliatoio. E se qualcosa si è rotto, un pareggio in più o in meno può solo rischiare di prolungare l’agonia di un rapporto. In più, sarà crudo finché si vuole, ma non si possono cambiare 22 giocatori, un allenatore sì. E che il Genoa degli ultimi due mesi avesse bisogno di una scossa sembra difficile da negare.
Questo non significa che sia tutta colpa di Vavassori, né che non abbia meriti o che la squadra sia contro di lui. Il fatto è che di fronte all’esperienza di un proprio errore costato carissimo, Preziosi ha deciso di seguire l’istinto, di fare il contrario rispetto all’anno scorso. Di rischiare. In ogni caso, il 7 maggio, non sarà possibile tornare indietro o dire come sarebbe andata a finire con Vavassori in panchina. Conterà il risultato, come sempre. Perché Franco Scoglio, solo per citare l’allenatore più salvatore della patria rossoblù, era un genio quando prendeva la squadra a metà campionato e la salvava da retrocessione certa. E tutti a dire viva Scoglio ( e persino viva Spinelli o Dalla Costa).

E poi, se anche Vavassori avesse concluso una cavalcata trionfale, non sarebbe comunque stato il tecnico del futuro. La polemica di oggi, siamo onesti, è stata solo scongelata in anticipo. Ma era già pronta per maggio. Solo che ora il Genoa non può permettersi di aspettare maggio.

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