Ilaria Cavo Quando le procure vanno in «cortocircuito»

Il senso del libro sta tutto nel titolo: «Cortocircuito». Un girone infernale in cui si cade per errore e da cui difficilmente si riesce ad uscire. L’ultimo lavoro delle giornalista Ilaria Cavo che verrà presentato giovedì alle 18 alla Feltrinelli di via Ceccardi 16r, edito da Mondadori, si chiama proprio così. Il risultato è quello di aver sottratto all’anonimato una serie di vicende kafkiane in cui cittadini innocenti finiscono per sbaglio sul banco degli imputati con accuse a volte gravissime che portano anche ad un’ingiusta detenzione, oltre che ad un estenuante processo. Come il caso di un professionista dalla vita tranquilla, Ennio Paolucci, ingegnere dell’Anas, vittima di innumerevoli e interminabili processi e additato come responsabile di incidente dovuti invece a tragiche fatalità. Oppure un pensionato dall’esistenza irregolare, Sandro Vecchierelli, erroneamente incriminato per la scomparsa di una giovane amica, Chiara Bariffi, nelle acque del lago di Como. Un ragazzo irreprensibile, Melchiorre Maganuco, che vive in una realtà sociale piena di malavita, coinvolto in un’inchiesta di traffico di droga solo per aveva conoscenze e numeri di telefono «sbagliati. O ancora, un carabiniere infiltrato Gian Mario Doneddu, accusato di complicità con i criminali che era impegnato a sgominare. Un padre incarcerato per più di tre anni per violenze mai commesse sulla figlia e assolto con un processo di revisione solo dopo aver scontato l’intera pena.
Insomma, sono le storie che Ilaria Cavo ha voluto rendere pubbliche. Storie di persone comuni che sono finite nel binario sbagliato delle procure e che hanno subito un penoso e umiliante iter giudiziario, durato a volte moltissimi anni, prima di arrivare a una sentenza di assoluzione, ma spesso fuori tempo massimo e senza un adeguato risarcimento per il danno subito.


Resta fermo il riconoscimento da parte della giornalista dei «tanti casi di cronaca brillantemente risolti dalle procure», ma con questo libro la Cavo ha voluto analizzare «il cortocircuito» che si verifica quando si entra nella spirale dell’errore.

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