Il Milan sbatte contro la traversa (missile di Zambrotta dal limite) di Muslera e deve perciò accontentarsi di un pareggio, che di questi tempi non è granchè. 5 punti in classifica dopo il quarto gong del campionato è un fatturato modesto, molto modesto, la metà esatta della perfomance dell’Inter dell’Inter, due in meno rispetto al Milan dell’anno prima condotto da Leonardo in panchina. In attacco, tutto il Milan dipende in modo vistoso dal talento balistico di Ibrahimovic, questa volta abbandonato al suo destino dallo svogliato Ronaldinho e non certo assistito in modo consistente dalla presenza di Boateng che pure non risparmia una sola energia. Lo svedesone timbra il cartellino, firma il primo gol della stagione a metà della seconda frazione: deve cantare e portare la croce. Deve cioè mettersi in posizione di sparo, in velocità superare un rivale, vincere un conmtrasto con Muslera e anticipare il recupero di un terzo laziale. A quel punto, davanti nel risultato, il Milan non riesce a custodire nello scrigno di Abbiati (il migliore tra i suoi con Ibra) il vantaggio grazie all’acuto di Hernanes e allo spunto di Floccari. É vero, c’è quella traversa da mettere nel conto nel finale tambureggiante a dimostrazione forse che non è una questione fisica a minare questa partenza fasulla dei rossoneri.
L’acquila laziale non debutta nel modo migliore: forse è il caso di mettere da parte il contenzioso con gli animalisti e di dedicarsi invece a dare un maggiore numero di palloni a Hernanes, molto dotato, e a tenere Rocchi al fianco di Floccari per dare spessore all’attacco.Illusione Ibra: il Diavolo è già doppiato
I rossoneri in 4 giornate hanno metà dei punti dei cugini. Lo svedese non basta, la traversa ferma Zambrotta
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