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Imam contro i cristiani nello Yemen: «Troppe conversioni, vanno puniti»

Almeno duemila musulmani hanno abbandonato l’islam. Secondo la sharia rischiano la pena di morte

«Presidente, intervenga, questo è terrorismo!». Con tali sconcertanti parole un centinaio di ulema yemeniti si sono rivolti al presidente del loro Paese, Ali Abdullah Saleh, chiedendogli di prendere provvedimenti per arginare le conversioni degli islamici che abbracciano la fede cristiana. Secondo il quotidiano palestinese al-Quds al-Arabi «solo nella parte vecchia di Sanàa», la capitale dello Yemen, «negli ultimi tempi duemila musulmani si sono convertiti alla fede di Cristo». Le guide spirituali islamiche chiedono a Saleh un immediato intervento in difesa della fede musulmana yemenita. Nella missiva, indirizzata anche ai parlamentari, si legge: «Dovete assumervi le vostre responsabilità religiose e morali nei confronti delle deviazioni che si stanno diffondendo nel Paese e che si insidiano nella società yemenita». Nel mirino degli ulema sono finite anche manifestazioni durante le quali giovani hanno potuto ballare promiscuamente (contravvenendo al costume locale che impone la separazione dei sessi) e una sfilata di moda. L’obiettivo principale, rimane comunque quello dei nuovi cristiani.
L’agenzia locale Mareb Press ha intervistato un uomo yemenita che ha abbracciato la fede cristiana, anonimo per ragioni di sicurezza: «Mi sono convertito nello Yemen - ha dichiarato - facendo semplicemente il segno della croce. Ho deciso di abbracciare questa nuova fede deluso dai sermoni che ascoltavo in moschea nei quali si invitava a uccidere e a compiere atti di terrorismo. Nel cristianesimo invece è vietato invitare a uccidere il prossimo e questo mi ha convinto». Secondo l’intervistato i cristiani nello Yemen sarebbero già più di 2.500. «Almeno 700 ora vivono all’estero - ha continuato - ma ci sono intere famiglie cristiane nello Yemen con le quali siamo in contatto via Internet. I cristiani si incontrano una volta alla settimana nella casa di un fedele straniero della capitale. Ci sono dei ragazzi che diffondono il Vangelo ma lo fanno di nascosto perché la polizia non lo permette». Un altro fedele cristiano ha spiegato che i convertiti si muovono con molta discrezione, ben conoscendo i rischi a cui vanno incontro.
Tutti gli ulema interpellati sull’argomento hanno infatti ribadito che la Sharia, la legge coranica, preveda la pena di morte per gli apostati. La stessa pena per chi rinnega l’islam è prevista dal codice penale yemenita: «La pena per l’apostata è la morte - precisa l’avvocato Khalid al-Anisi - e lo stesso vale per chi viene sorpreso a diffondere un’altra religione o a incitare altri alla conversione».
Sulla vicenda è intervenuta anche la Lega Musulmana Mondiale, criticando la presenza nello Yemen di scuole straniere e di istituti all’interno dei quali si diffonderebbe il cristianesimo.

Il 21 settembre scorso Benedetto XVI aveva parlato del «diritto di cambiare religione, che va garantito non soltanto giuridicamente, bensì pure nella pratica quotidiana».

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