Sarà stata la passione per Nanni Moretti, o forse solo una vena goliardica, malcelata dalla toga, più vicina ai film di Alvaro Vitali. Ma di certo ha dellincredibile la vicenda che ha portato C.G.A., magistrato di cui ovviamente indichiamo solo le iniziali, a finire «ammonito» dalla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura, e a vedersi respinto il ricorso contro la decisione presentato alla Suprema corte di Cassazione.
La storia, riassunta nelle poche righe in cui viene riportata nella motivazione della sanzione irrogata al giudice, suona veramente surreale. La toga è stata ammonita, si legge, «per avere, tra laltro, cosparso gli elementi del bagno dellufficio con abbondanti strisciate di Nutella». Una caduta di stile, e soprattutto una scivolata del prestigio richiesto a chi occupa poltrone nellamministrazione della giustizia. Un punto su cui C.G.A. non era affatto daccordo, sostenendo nel suo ricorso ai giudici con lermellino che quelladdebito al sapor di cioccolato e nocciola «non costituiva illecito disciplinare o, in subordine, non era configurabile come illecito disciplinare». Insomma, per la difesa del magistrato, lammonizione sarebbe stata giustificata solo da «uneffettiva e oggettiva compromissione della considerazione del magistrato e del prestigio dellordine giudiziario», mentre invece «la sezione disciplinare di Palazzo dei Marescialli si era accontentata di affermare che non poteva escludersi la possibilità di una caduta dellimmagine di serietà che doveva accompagnare il giudice nellesercizio delle sue funzioni». E questo, continuava il togato alla Nutella, nonostante «le testimonianze rilasciate dagli avvocati che concordemente gli avevano riconosciuto di avere sempre goduto di stima e considerazione pari a quella di altri colleghi».
Tutto inutile. Aver simulato con la più nota delle creme spalmabili alla nocciola che i bagni della sua procura fossero cosparsi di feci è uno scherzo che è costato il cartellino giallo del Csm a C.G.A.
Va a vuoto infatti il ricorso in Cassazione, respinto per irregolarità nella presentazione dello stesso dalle sezioni unite civili con una sentenza dello scorso 10 luglio, depositata il 23 agosto, presidente Alessandro Criscuolo. Il quale, contattato sulla vicenda dal Giornale, ha elegantemente glissato sui dettagli della vicenda. «Non ricordo molto, anche se la fattispecie è difficile dimenticarsela. Perché quel magistrato ha sporcato i bagni del suo ufficio con la Nutella? Posso solo supporre che si sia trattato di uno scherzo».
E al povero giudice buontempone non si può che suggerire di adottare come morale la battuta di un vecchio film di Pieraccioni, I Laureati: «Vogliamo stare tutta la vita a rimpiangere la Nutella?». No, meglio dimenticare.
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