Tripoli - Almeno quaranta immigrati
clandestini sono rimasti uccisi e un centinaio risultano
dispersi in seguito al naufragio di un’imbarcazione in
navigazione fra la Libia e l’Italia. Secondo l’agenzia ufficiale
egiziana Mena, i clandestini sarebbero tutti di nazionalità
egiziana.
Il naufragio al largo della Libia Una nave con 150 clandestini africani diretta in Italia è affondata al largo delle coste libiche e le autorità di Tripoli hanno recuperato un sopravvissuto e 40 corpi. Ne ha dato notizia lo stesso ministero degli Interni egiziano secondo cui l’imbarcazione è affondata il 7 giugno scorso dopo essere salpata dalla città libica di Zuwarah, nei pressi del confine tunisino. Il governo libico ha informato il governo del Cairo dell’incidente solo il 13 giugno scorso perché ritiene che a bordo della nave ci siano una cinquantina di passeggeri di origine egiziana. Le condizioni dei corpi non hanno reso ancora possibile alcun riconoscimento.
I sopravvissuti al naufragio Tra i sopravvissuti ci sono anche un egiziano e un cittadino del Bangladesh, ma - secondo la fonte egiziana - a bordo c’erano almeno una cinquantina di cittadini egiziani, originari della città di Zagazig, sul delta del Nilo. L’egiziano, Wael Nagui Abdel Mutagali, è stato tratto in salvo da una nave e riportato in Libia. L’uomo avrebbe raccontato all’ambasciata egiziana a Tripoli di aver pagato 2mila dollari a un connazionale residente in Libia per il viaggio verso l’Italia e che a bordo vi erano per la maggior parte marocchini, algerini e bengalesi.
Non è escluso che i cadaveri di alcune delle vittime siano tra quelli recuperati dal Pattugliatore Sirio della Marina Militare italiana, che il 6 giugno scorso ripescò 13 corpi nel Canale di Sicilia, o dalle motovedette maltesi, che negli ultimi giorni hanno recuperato complessivamente dieci cadaveri, l’ultimo dei quali sabato scorso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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