Brutte notizie per gli immigrati, ma stavolta la crisi - che pure colpisce anche loro - non c'entra. Dal 30 gennaio, infatti, entra in vigore una norma che prevede una tassa sui permessi di soggiorno. La norma era già prevista nel pacchetto sicurezza varato nel 2009, ma è diventata effettiva solo a ottobre 2001 in un decreto firmato da Gulio Tremonti e Roberto Maroni.
L’importo, da versare ogni volta che il documento viene rilasciato o rinnovato, varia a secondo della durata del permesso e va dagli 80 euro per le richieste che vanno da tre mesi a un anno, ai 100 euro per i certificati tra uno e due anni, ai 200 euro per quelli che superano i due anni.
Il contributo si aggiunge agli attuali 27,50 euro e non riguarda i permessi dei minori, di chi viene in Italia per cure mediche e di chi chiede asilo, così come non si applica all'aggiornamento o alle proroghe per i permessi ancora validi.Le nuove entrate andranno a finanziare il "Fondo rimpatri", gli sportelli unici, le iniziative per l'integrazione e copriranno le spese sostenute dal Viminale per spese di ordine pubblico e sicurezza.
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