Immigrati, giro di vite in Francia: ci sarà un contratto d’integrazione

Sarkozy vuole poter scegliere gli stranieri. Espulsioni molto più rapide

Alberto Toscano

da Parigi

Si chiamerà «Contratto d'accoglienza e d'integrazione» e costituirà la chiave di volta del dispositivo escogitato dal ministro francese dell'Interno Nicolas Sarkozy per risolvere lo spinoso problema dell'immigrazione extracomunitaria. «Dobbiamo smettere di subire il fenomeno migratorio e dobbiamo invece puntare sulla scelta di coloro che verranno a risiedere nel nostro Paese», è il concetto alla base del programma di Sarkozy su questo terreno. Detto fatto. Ieri il titolare degli Interni ha presentato in Consiglio dei ministri il disegno di legge sull'arrivo degli extracomunitari e adesso ci si prepara alla battaglia parlamentare. Le sinistre sono contrarie e tra i ranghi centristi serpeggiano le perplessità, ma il «ministro di ferro», che è anche presidente dell'Ump (Union pour un Mouvement populaire, il partito che ha la maggioranza assoluta dei seggi) è sicuro in partenza di ottenere il proprio scopo.
La «legge Sarkozy» sull'immigrazione prevede l'afflusso di persone «selezionate», che possono «costituire un'opportunità di sviluppo per la Francia» a causa «della loro personalità e del loro talento». Questo vale in particolare per i giovani e per gli studenti, a cui la Francia intende offrire l'opportunità di proseguire la propria attività di specializzazione e di ricerca. Le persone suscettibili di interessare la Francia per le loro qualità o per i loro studi riceveranno in un primo tempo un visto di tre anni e in seguito un permesso di soggiorno vero e proprio.
Per il resto le norme previste dal nuovo disegno di legge saranno molto dure, soprattutto nei confronti delle cosiddette «nozze bianche», ossia dei matrimoni combinati in modo da consentire a un cittadino extracomunitario d'ottenere legalmente la residenza in Francia a seguito della propria union con una persona di nazionalità francese. Le prefetture dovranno vigilare in modo particolarmente attento su questo problema, già oggi esistente e forse assai più diffuso di quanto generalmente si ritenga. Inoltre il coniuge straniero del cittadino francese non potrà ottenere automaticamente né immediatamente il diritto di risiedere in Francia. Dopo le nozze potrà attendere fino a tre anni prima di poter ricevere un permesso di soggiorno.
Quanto al cosiddetto «ricongiungimento familiare», che consente ai congiunti di un immigrato regolare di trasferirsi a loro volta sul suolo francese, le procedure diventeranno molto più attente e severe allo scopo di evitare le frodi. Il «ricongiungimento familiare» non sarà più consentito per un numero illimitato di mogli dello stesso immigrato: in Francia la poligamia è proibita e dunque non può trasformarsi in strumento per favorire l'arrivo di persone di origine estracomunitaria. «Su nove persone che chiedono di stabilirsi oggi in Francia, otto arrivano grazie al ricongiungimento familiare e una sola per ragioni economiche», dichiara il ministro del Bilancio e portavoce del governo Jean-François Copé.
Chi riuscirà finalmente ad arrivare in Francia dovrà firmare un «Contratto d'accoglienza e d'integrazione», ossia impegnarsi a rispettare le leggi del Paese della sua nuova residenza e ad avvicinarsi alla cultura e alla lingua francesi. In pratica nulla esclude che il permesso di soggiorno venga dato a una persona che non possiede la lingua di Voltaire, ma quello stesso immigrato dovrà impegnarsi a studiarla, beneficiando a tale scopo di aiuti e di corsi specializzati. La «legge Sarkozy» tende insomma a impedire il formarsi del comunitarismo, ossia il rafforzamento sul suolo francese di comunità che coltivano la propria separazione dalla République e dai suoi valori.

Al tempo stesso l'idea del «contratto» servirà a scoraggiare ogni violazione della legge da parte degli immigrati, che - in caso di condanna - potranno più facilmente essere espulsi a seguito della violazione degli impegni da essi stessi sottoscritti.
Infine la «legge Sarkozy» avrà come conseguenza il rafforzamento della lotta all'immigrazione e l'aumento delle espulsioni di immigrati irregolari.

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