da Milano
«LItalia non è un paese per immigrati», sentenzia il Consiglio dEuropa. E, puntuale, unindagine della Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) smaschera lultima bufala. A dimostrazione del fatto che lintegrazione degli stranieri che vengono da noi per vivere onestamente è cosa ormai compiuta, negli ultimi sei anni i redditi netti dei lavoratori immigrati in Lombardia sono aumentati del 30 per cento (1.238 euro mensili per gli uomini). Soltanto una media matematica, comunque. In provincia di Varese il balzo dei salari è stato praticamente del 50 per cento; a Sondrio del 36%; mentre a Bergamo e Cremona gli immigrati hanno percepito in busta paga un terzo in più rispetto al passato. «I motivi sono dovuti da un lato allesplosione di alcune tipologie di attività, dallaltro ad una progressiva stabilizzazione dei migranti in regione», spiegano i ricercatori. Un impiegato italiano, per capirci, nello stesso periodo di tempo ha visto lievitare il proprio stipendio soltanto del8,6 per cento, al di sotto dellinflazione. E il salario di un operaio sè fermato a un misero +15,4 per cento.
Intanto in Lombardia si registra un altro record: la disoccupazione tra i lavoratori stranieri è arrivata al minimo storico del 6 per cento sugli oltre un milione di presenti, essendo cresciuti sia i dipendenti sia gli autonomi. Per le donne, poi, il tasso scende al 5,9 per cento. Altri studi della Camera di commercio di Milano completano il quadro di unimmigrazione che, almeno al Nord, risponde a un grado di maturazione tale da far apparire i richiami di Strasburgo vuoti pregiudizi. Le università lombarde attraggono cervelli da oltreconfine fino al 4 per cento degli iscritti. Sempre in Lombardia, inoltre, 830 titolari di imprese artigiane non parlano italiano, sarebbe a dire uno su dodici. E anche i cittadini romeni, che secondo il Commissario per i Diritti umani sarebbero vittime di unautentica discriminazione razziale da parte dello Stato italiano, solo nellultimo anno hanno aperto quasi 9mila nuove imprese da Torino a Caltanissetta. Un vero e proprio boom a doppia cifra: più 41% a Milano, più 50% a livello nazionale.
Tutti fatti sconosciuti ai «tecnici» del Consiglio dEuropa, che invece bacchetta ancora il governo Berlusconi per aver approvato - nel 2002 - una legge come la Bossi-Fini, colpevole di «aver contribuito a creare un clima di crescente xenofobia e criminalizzazione degli immigrati». Il paradosso è che ora il Consiglio dEuropa smentisce la stessa Unione.
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