Immigrazione, la Cei: "Tassa inaccettabile" Il Senato approva il reato di clandestinità 

"Una tassa che è meglio definire balzello". È quanto ha detto don Gianromano Gnesotto della Fondazione Migrantes. Secca la replica del ministro Maroni: "In linea con l'Europa". Il Senato ha approvato la legge he considera reato l'ingresso e il soggiorno illegale in Italia

Immigrazione, la Cei: "Tassa inaccettabile" 
Il Senato approva il reato di clandestinità 

Roma - La Cei si scaglia contro le leggi sull'immigrazione, reclamando la tradizione cristiana all'ospitalità, proprio nel giorno in cui il Senato approva la legge che considera reato l'ingresso e il soggiorno illegale in Italia. "La nostra posizione è quella di chi ritiene inaccettabile una tassa che è meglio definire balzello". È quanto ha detto don Gianromano Gnesotto, responsabile migranti e profughi della Fondazione Migrantes della Cei nel corso della presentazione del messaggio per la Giornata mondiale delle migrazioni che si celebra domenica prossima. "Francamente meravigliato da queste polemiche che, però, non ci toccano minimamente perché stiamo facendo quanto hanno fatto da tempo i Paesi europei", ha detto il ministro dell’Interno, Roberto Maroni.

Ci si allontana dalla tradizione cristiana L’Italia, prosegue Migrantes, si allontana dalla propria tradizione cristiana di accoglienza: "si registra fra le due ultime leggi sull’immigrazione, quella del 1998 e del 2002, un brusco passaggio, che fa scivolare verso posizioni ispirate al principio della indesiderabilità". "Non si vuole chiudere gli occhi su quanto di scabroso comporta l’attuale convulso fenomeno migratorio - ha spiegato ai giornalisti - tanto meno su comportamenti incivili o criminosi di alcuni migranti, ma è aberrante mettere tutto questo e solo questo in primo piano, metterlo tanto a fuoco e con lenti di ingrandimento, da non lasciar vedere il resto della realtà migratoria, e da alimentare giudizi e pregiudizi, umori e malumori, minacce e prese di posizione che sono in stridente contrasto col Vangelo".

No ai medici-gendarmi
No a "medici-gendarmi" che denunciano gli immigrati irregolari, una norma, secondo padre Gian Romano Gnesotto, organismo della Cei, che va, fra l’altro, contro la Costituzione. Anche se l’obbligo di denuncia proposto inizialmente dalla Lega è stato trasformato in una discrezionalita del medico, finora tenuto al segreto professionale anche in questa accezione, la Cei non vede di buon occhio l’iniziativa, prevista dal pacchetto sicurezza in queste ore all’esame del Senato. "Questo emendamento, che ci auguriamo non passi assolutamente - ha detto il responsabile della Fondazione Cei-Migrantes - contrasta con l’articolo 32 della Costituzione che prevede la tutela della collettività". "Non si tratta di terrorismo mediatico - ha concluso Gnesotto - ma di una realtà di fatto, perchè il diritto alla salute è fondamentale e va garantito a tutti senza preclusioni o invenzioni che fanno assumere al personale sanitario compiti che non gli competono, e che non vuole assumere perchè comportano delazioni".

Anche per i cristiani gente fastidiosa Secondo il direttore di Migrantes, nei confronti degli immigrati in Italia accanto "a tante manifestazioni non solo verbali di accoglienza e di fraternità, purtroppo non manca, anche fra chi si professa cristiano, chi li guarda come gente importuna e fastidiosa, che desta allarme e costituisce pericolo, disturbatrice del nostro quieto vivere; gente da cui stare lontano, anzi che deve tornare lontano, a casa propria". "Queste prese di posizione - ha affermato mons. Saviola - sono in contrasto anche col più sano sentire civile, aperto ai valori della convivenza pacifica, della comprensione, della condivisione e della solidarietà verso chi è nel bisogno". L’Italia, ha aggiunto, "tanto fatica oggi a guardare con serenità al diverso, quasi fosse una minaccia per la sua identità nazionale e religiosa".

Maroni: "In linea con l'Europa" "Sono francamente meravigliato da queste polemiche, perchè noi abbiamo fatto nè più nè meno di quanto fanno tutti i paesi europei". Il ministro dell’Interno Roberto Maroni replica così alle critiche della Cei assicurando che "queste reazioni non ci toccano minimamente" dal momento che il governo sta "facendo né più né meno di quanto hanno fatto da tempo altri paesi europei". E spiega: "In Olanda c’è una tassa di 800 euro sui permessi di soggiorno, c’è in Inghilterra, c’è in Germania c’è in quasi tutti i paesi europei non capisco perchè ciò che si fa in quei paesi va bene, se lo facciamo in Italia diventa una misura intollerabile. Ipotizzando un milione di permessi di soggiorno all’anno tra nuovi e rinnovi e ipotizzando cento euro per ogni permesso - è il calcolo del responsabile del Viminale - sono cento milioni di euro che confluiranno in un fondo presso il ministero dell’Interno che servirà a finanziarie il primario dei clandestini. Ritengo quindi che sia una misura equa, giusta, ed è doveroso applicarla ed attuarla al più presto".


Approvato il reato di immigrazione clandestina L’Aula del Senato ha approvato l’articolo 19 del ddl sicurezza, quello che considera reato l’ingresso e il soggiorno illegale in Italia dello straniero. Il trasgressore però non rischia il carcere, ma solo un’ammenda dai 5 ai 10 mila euro.

Le Lega ha esultato parlando di "rivoluzione culturale", mentre il centrosinistra ha attaccato duramente il testo sostenendo che si tratta di «una norma inutile e dannosa per il Paese", visto che, ha spiegato il senatore dell’Idv Luigi Li Gotti, "i processi che si dovranno fare a questi clandestini costeranno, secondo i dati messi da disposizione dal Ministero, oltre 400 milioni di euro".

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