"Impagnatiello maturò per mesi l'omicidio"

Lo scorso giugno la Corte d'Assise d'Appello, pur ritenendo di non contestare tale aggravante, ha confermato comunque la condanna all'ergastolo

"Impagnatiello maturò per mesi l'omicidio"
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Alessandro Impagnatiello avrebbe maturato il suo proposito omicida nei mesi precedenti il 27 maggio 2023, giorno in cui uccise Giulia Tramontano, la fidanzata accoltellata nella loro abitazione a Senago e che di lì a poco gli avrebbe dato un figlio. Lo sostiene la Procura Generale di Milano, guidata da Francesca Nanni, nel ricorso depositato ieri in Cassazione contro il mancato riconoscimento, da parte dei giudici di secondo grado, della premeditazione. Lo scorso giugno la Corte d'Assise d'Appello, pur ritenendo di non contestare tale aggravante, ha confermato comunque la condanna all'ergastolo. La Procura Generale non condivide la tesi secondo cui non ci sono le prove per sostenere che Impagnatiello, che nel dicembre 2022 aveva iniziato a fare ricerche online e poi ha somministrato a Giulia del topicida, non volesse uccidere Giulia ma solamente farla abortire. E ciò con lo scopo di eliminare il figlio che portava in grembo in quanto per lui era solo un "problema". Il sostituto pg Maria Pia Gualtieri, che in aula ha rappresentato l'accusa, ha in sostanza chiesto agli "ermellini" di ripristinare la sentenza di primo grado con cui si è ricostruito che l'ex barman per quasi sei mesi ha premeditato l'omicidio e lo ha "programmato in ogni dettaglio". Un "proposito criminoso" che non avrebbe più abbandonato.

"Anzi - è stato scritto nelle motivazioni dalla Corte d'Assise - lo ha fatto crescere e maturare dentro di sé, mentre in via parallela e speculare si intensificava e consolidava la relazione segreta" con un'altra donna. È questo, infatti, ciò che lo avrebbe spinto a pianificare di assassinare la compagna.

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