Impregilo, Gavio è il primo socio Ma Salini non mollerà la presa

Impregilo, Gavio è il primo socio Ma Salini non mollerà la presa

Il gruppo Gavio è il principale azionista di Impregilo con il 29,9 per cento. Nella notte tra venerdì e sabato è stato siglato l’accordo per la cessione del 33,3% del veicolo Igli - a cui fa capo la quota di maggioranza del general contractor - da parte di Atlantia alla Argo Finanziaria della famiglia di Tortona per 87,6 milioni di euro. Si tratta della stessa cifra offerta a dicembre per la quota di Fonsai che valorizza ciascuna azione Impregilo 3,5 euro, a fronte dei 2,52 della chiusura di venerdì.
È una vittoria per Beniamino Gavio, numero uno del gruppo piemontese, ma la guerra per la conquista del leader italiano delle costruzioni e dell’impiantistica non è ancora finita. Perché la romana Salini, attualmente al 20,06% di Impregilo promette ancora battaglia. L’unica certezza, al momento, è solo l’uscita della famiglia Benetton dalla contesa giacché, contestualmente alla vendita della partecipazione in Igli, è stata formalizzata la rinuncia al diritto di prelazione sul 33,3% ceduto dai Ligresti. Un’uscita amichevole che rinsalda ancor di più i già ottimi rapporti con Gavio, maturati anche nella comune frequentazione di Mediobanca.
Come previsto, infatti, la partita Impregilo si è conclusa coinvolgendo asset autostradali «cari» a Ponzano Veneto. In particolare, il 45,765% di Autostrade Sud America (Asa) in mano alla Sias del gruppo Gavio. Rilevando per 565,2 milioni la partecipazione della famiglia di Tortona (oltre all’8,47% di Mediobanca), Atlantia giungerà al 100% della cilena Costanera Norte. Dopo il recente accordo in Brasile, «a regime le attività estere peseranno per il 30% nelle attività di gruppo», ha commentato soddisfatto l’ad di Atlantia, Giovanni Castellucci, che ha dato esecuzione all’intesa tra Gilberto Benetton e Beniamino Gavio. Considerando anche l’estinzione di 180 milioni di garanzie per il gruppo Sias si profila invece un miglioramento della posizione finanziaria netta di 750 milioni, senza contare la plusvalenza (il 45,7% di Asa era iscritto a bilancio per 179,7 milioni al 30 giugno, mentre nel bilancio Atlantia pesa per 159,5 milioni).
Al gruppo Gavio l’entente cordiale ha guadagnato un’opzione con scadenza per acquistare il 99,98% di Autostrada Torino-Savona, attualmente in capo alla ex Autostrade, al prezzo di 223 milioni, rafforzando così la propria leadership nel Nord-Ovest. Nel 2010 il tratto autostradale ha registrato ricavi da pedaggio per 68 milioni e un Ebitda di 31 milioni.
Insomma, tutti felici e contenti. Almeno per ora. Perché Pietro Salini, dopo aver investito 200 milioni di euro, non intende certo ammainare la bandiera ora che ha dinanzi un solo contendente per la conquista di tutta Impregilo. C’è chi scommette che all’assemblea del 27 aprile (il 3 maggio se slitterà in seconda convocazione) l’imprenditore romano potrebbe «pesare» quanto il concorrente piemontese.

«Stiamo preparando un piano industriale da presentare agli azionisti che prevede la fusione Salini-Impregilo e tutte le opzioni sono aperte», ha dichiarato Pietro Salini in una recente intervista al Financial Times, fiducioso di poter convincere della bontà del proprio piano investitori privati e fondi istituzionali a cui fa capo il 35% del general contractor. Di sicuro il coraggio non gli fa difetto.

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