Impregilo: per i Salini vale 7 miliardi di ricavi

È stato Pietro Salini in persona, ad dell’omonimo gruppo di costruzioni, a spiegare alla comunità finanziaria le sue idee per Impregilo, di cui ha rastrellato in questi mesi il 25,3%. Salini non è quotata, ma essendoci di mezzo il futuro di Impregilo, che invece lo è, l’incontro è stato molto seguito, con la partecipazione di oltre 50 analisti finanziari.
L’idea è che l’operazione non sia «aggressiva», quanto piuttosto finalizzata a creare valore per tutti: fino a 7 miliardi di euro di ricavi nel 2015, concentrandosi nel «core business» delle costruzioni. Per far questo, però, Salini chiede subito il ricambio nel cda, attualmente nelle mani del gruppo Gavio, che dopo l’uscita di Ligresti e Benetton controlla il 29,9%.
Salini, forse anche in vista delle prossime assemblee, promette di arrivare a distribuire un dividendo straordinario se il suo piano di integrazione con Impregilo raggiungerà i risultati previsti. «La concentrazione - aggiunge Salini - permette di liberare risorse e parte di queste possono anche essere distribuite», spiega. Comunque, ora il cda del «general contractor», che scade nel 2013, «ha 8 membri su 15 di soci usciti dal gruppo: non è più rappresentativo e non è in grado di gestire» la situazione. «Dopo la nostra lettera» di richiesta di un’assembla per la sua revoca «mi sarei aspettato che il cda si presentasse dimissionario», aggiunge Salini.
Nessun commento sulla possibilità di lanciare un’Opa o di crescere nella quota azionaria, ma un messaggio chiaro agli azionisti di maggioranza: «Chi fa il costruttore faccia il costruttore, chi fa il concessionario faccia il concessionario», dice Salini, che ha in mente di proporre ai Gavio, secondo gruppo autostradale italiano, di tenere le concessioni di Impregilo e lasciare le costruzioni. E «non c’è miglior operazione di mercato se non quella sottoposta agli azionisti», aggiunge Massimo Ferrari, ex Consob, direttore affari generali di Salini.
L’accendersi della contesa su Impregilo non ha galvanizzato la Borsa, dove il titolo ha chiuso debole: -5,26% (facendo peggio degli indici generali) a 2,8 euro. «Per competere sul mercato delle costruzioni mondiali bisogna avere dimensioni maggiori, perché le commesse con i migliori margini sono quelle sopra il miliardo di euro», afferma Salini, presentando le stime di integrazione con Impregilo che porterebbe, incluse sinergie del valore superiore al miliardo, a un gruppo con ricavi totali fra i 6,5 e i 7,6 miliardi di euro nel 2015 (contro gli attuali 1,6 di Impregilo e 1,4 di Salini), e con un margine operativo lordo tra gli 800 milioni e il miliardo.
Ora la parola passa a Impregilo e alle assemblee: giovedì il gruppo presenterà il suo piano strategico, il giorno dopo è prevista l’assemblea in prima convocazione - con la concreta possibilità che il numero legale venga raggiunto - per l’approvazione del bilancio, a fine maggio si terrà l’assemblea che apre il cda a un maggior numero di rappresentati delle minoranze.

Manca per ora l’assemblea sull’eventuale sfiducia al board, con Pietro Salini che non esclude di presentarsi in prima persona quando sarà il momento della conta.
«Stiamo lavorando alle liste da presentare», sarò presente «io o qualcuno del management rappresentativo della Salini».

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica