Non è ancora il momento di far saltare i tappi di champagne, ma la caduta di Gheddafi è seguita con interesse particolare da Impregilo. Nel portafoglio ordini del gruppo di costruzioni milanese presieduto da Massimo Ponzellini, la Libia «pesa» per un miliardo di euro sui 22,7 complessivi. I contratti, che riguardano tre centri universitari, una conference hall a Tripoli e alcune opere infrastrutturali nella capitale e a Misurata, resteranno però fuori dal fatturato «almeno fino alla fine dellanno», ha spiegato ieri lad di Impregilo, Alberto Rubegni, nel corso della presentazione dei risultati semestrali del gruppo (utili in calo a 39 milioni di euro, dai 60,4 dello stesso periodo dello scorso anno, ma solo perché il 2010 beneficiava della cessione parziale della controllata brasiliana Elog).
La prudenza, di rigore in questi casi, viene però controbilanciata dalla consapevolezza di «poter riavviare la nostra operatività» non appena la situazione si sarà normalizzata. Un «pronti subito» reso possibile da una presenza indipendente, da impianti di proprietà e dallutilizzo di manodopera locale (circa 4mila operai). «Le nostre opere sono da realizzare tutte in una fascia entro i 150 chilometri da Tripoli - ha aggiunto Rubegni - e non credo che incontreremo gli stessi problemi avuti in Irak. In Libia non cè un intero Paese da ricostruire. Ledilizia residenziale, per esempio, pare non aver subito gravi danni». In prospettiva, Impregilo spera di poter beneficiare, sotto forma di nuovi ordini, di una parte dei 175 miliardi di fondi libici attualmente congelati.
Quanto allItalia, il gruppo continua a credere che il ponte sullo Stretto di Messina si farà.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.