Politica

Impresa in nero? Paga l’inquilino

Serena Cipolla

da Milano

Se non fai attenzione puoi rimetterci anche la casa, perlomeno un bilocale del valore di 200mila euro. Ma se hai fortuna ne sborsi soltanto 5mila. È quanto stabilito dal governo, che ha inserito nel decretone le nuove regole in materia immobiliare. Adesso, singoli cittadini, società o cooperative che devono costruire un edificio o ristrutturare un appartamento, si trattasse anche solo di sostituire le vecchie piastrelle, sono responsabili del lavoro svolto dall’impresa edile scelta per eseguire le opere.
Si rischiano sanzioni da 5mila a 200mila euro se l’azienda che fa i lavori non è in regola dal punto di vista fiscale e contributivo con i propri dipendenti. Ciò significa che anche solamente per versare un anticipo delle spese pattuite è necessario richiedere una documentazione che attesti il versamento di contributi e ritenute fiscali per i dipendenti edili. L’esecutivo, infatti, costringe tutti, società e singoli cittadini a controllare la regolarità fiscale di chi esegue la ristrutturazione.
E lo stesso vale nel caso si tratti di lavori eseguiti in subappalto, cosa che accade frequentemente anche nelle ristrutturazioni di una abitazione. Saremo tutti obbligati a richiedere all’impresa il Durc, la documentazione unica di regolarità contributiva prima di saldare una fattura per qualsiasi importo si tratti anche solo di un anticipo per avviare i lavori. In caso contrario, scattano le sanzioni. Il risultato, secondo alcuni imprenditori edili, sarà che i singoli cittadini per non correre questo rischio non pagheranno più gli anticipi e solleveranno difficoltà quando si tratterà di saldare l’importo totale concordato.
Ma la complessità degli adempimenti crea problemi anche alle grandi aziende del settore: «Speriamo che il ministro ci dica in che modo si può assolvere questo obbligo - dice il presidente dell’Ance,l’associazione nazionale dei costruttori edili Claudio De Albertis - perché sul versante fiscale non esiste una documentazione correlata ai tempi di un appalto». E certo non si può aspettare il versamento Irpef per un anno, periodo che occorre per avere la documentazione che attesta la distinta dei versamenti Irpef dei lavoratori. Sul piede di guerra anche le associazioni dei piccoli proprietari di casa: «È una illusione pensare che incrementare del 100% la burocrazia serva a combattere il lavoro nero o ad aumentare la sicurezza nei cantieri - sottolinea il presidente della Confappi la Confederazione dei piccoli proprietari di case Silvio Rezzonico -: ogni dichiarazione eseguita in buona fede dal singolo privato sarà falsa. Non possiamo improvvisarci esperti di lavoro».
E non solo. Una disattenzione può mettere a repentaglio la detrazione del 41% per le spese di ristrutturazione. Secondo il comma 19 dello stesso articolo 35, per non perdere questo vantaggio, è necessario che nella fattura sia evidenziato il costo della manodopera. Una richiesta che il committente deve fare in ogni caso: sia che abbia scelto un artigiano o una impresa.

Una operazione talmente complessa, soprattutto per le aziende che eseguono più appalti contemporaneamente, da risultare quasi impossibile.

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