La crisi azzoppa le imprese, soprattutto in Lombardia. Il rapporto del Cerved, il gruppo specializzato nell’analisi delle società e nella valutazione del rischio di credito, dà un quadro impietoso della situazione delle aziende italiane e lombarde: la regione del Pirellone, infatti, è quella con il maggior numero di chiusure nel primo trimestre del 2010 e registra l’insolvency ratio (il tasso di fallimenti ogni 10mila imprese operative) più alto d’Italia (6,9 rispetto a una media di 4,9).
Stretta creditizia e contrazione del mercato sono i motivi principali dell’aumento dei fallimenti delle società in Italia: 2.800 nei primi tre mesi dell’anno, con un aumento del 27% rispetto allo stesso periodo del 2009. In grave difficoltà il settore dell’industria (chiusure in crescita del 41%) e quello dell’automobile (+ 118%).
Sempre secondo i dati Cerved, anche il concordato preventivo, che permette a un titolare in crisi di eliminare tutti i passivi della sua impresa tramite un piano di ristrutturazione e di pagamento di una parte dei debiti, ha toccato un nuovo record. Sono stati 286 i casi in cui gli imprenditori si sono avvalsi di questa via d’uscita, con un incremento del 37% rispetto al primo trimestre del 2009.
La Lombardia, ovviamente, non è l’unica regione a risentire della crisi: soffrono anche il Veneto (+62% di fallimenti) e il Piemonte (+61%). Il Mezzogiorno continua a evidenziare una corsa dei fallimenti più lenta rispetto al resto del paese, numero proporzionato chiaramente alla sua minor vocazione d’impresa.