Semplificazione per salvare le imprese dalla burocrazia e esproprio delle grandi aree dismesse per restituire ai cittadini i terreni inutilizzati. Sono i punti principali della legge sulla competitività delle imprese, approvata ieri a maggioranza dal consiglio regionale. Roberto Formigoni è convinto che gli impatti positivi saranno notevoli: «La legge aiuta le nostre imprese e le nostre aziende perchè crea nuovo benessere e facilita la creazione di posti di lavoro». Inoltre, aggiunge il governatore, «permetterà di risparmiare giornate intere evitando di perderle nelle pratiche burocratiche». Viene infatti semplificato liter per liscrizione allAlbo delle imprese artigiane, laccesso al credito diventa più facile, vengono informatizzate le procedure regionali e saranno messe in rete le banche-dati pubbliche sulle imprese. Inoltre, dopo 7 giorni da quando sono state inoltrare le richieste allo Sportello unico scatterà lapplicazione del silenzio-assenso.
Tra le altre misure contenute nel testo la lotta al lavoro sommerso e il divieto di partecipare a gare di appalto per le aziende che hanno personale in nero. Ma nonostante questi provvedimenti giudicati positivi, lopposizione non ha votato a favore (Rifondazione e Verdi hanno votato contro, Margherita e Ds si sono astenuti) perché contesta la possibilità concessa ai Comuni di espropriare le aree di oltre duemila metri quadrati dismesse da più di quattro anni. Il rischio, secondo lopposizione, sarebbe quello di favorire speculazioni edilizie su 25 milioni di metri quadrati di terreni abbandonati dalle industrie e che potrebbero ospitare centri commerciali e aree residenziali.
Una tesi contestata dal presidente della Regione. «Non vedo perchè dovrebbe farlo - osserva Formigoni -, al contrario la legge toglie aree dismesse allinutilizzo e le riconsegna alla vita dei cittadini. Le aree dismesse in Lombardia sono particolarmente vaste, frutto di un passato in cui si consumava il territorio». Anche lassessore allIndustria, Massimo Corsaro di An, esclude rischi di speculazione: «La legge dà ai Comuni la facoltà di chiedere ai proprietari di produrre un progetto e se non lo hanno fatto entro diciotto mesi di indire una gara». In ogni caso, ai proprietari toccherà il diritto di prelazione anche quando il Comune avrà individuato un progetto adatto.
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