Impronte ai nomadi l’Ue censura l’Italia Maroni: vado avanti

Muro contro muro a Bruxelles Il ministro: finiranno per seguirci

da Roma

L’Europa boccia l’Italia sulla sicurezza ma l’Italia «va avanti». L’europarlamento di Strasburgo definisce la misura del censimento dei campi nomadi varata dal governo Berlusconi una «discriminazione». Ma la risposta è: ci offendete. L’Italia proseguirà il censimento nei campi nomadi, e anche dei bambini. Per la «loro tutela». Nessun passo indietro. La Ue ha scritto «una delle pagine peggiori della storia della sua istituzione». Ieri è stata una giornata di muro contro muro, lontana dalle cortesie diplomatiche, tra Roma e parlamento europeo. Una bocciatura e una controffensiva, in attesa di quel che dirà la Commissione.
Non sono bastate le spiegazioni del governo all’Europa sulle novità italiane: il censimento nei campi è necessario per conoscere chi ci abita, non per «schedare i rom», è una misura che si impone per «salvare i bambini dall’accattonaggio», per separare chi delinque da chi è in regola, per capire chi è italiano, chi rom, chi extracomunitario, in quei campi diventati «peggio di favelas» come ha detto ieri il ministro dell’Interno Roberto Maroni. Chi abita in quei campi? «Non solo rom». Non si vuole colpire un’etnia, piuttosto «accendere i riflettori sui bambini ombra».
Ma il parlamento europeo ha votato una mozione durissima sull’ordinanza Maroni, riassunta con questo titolo: «censimento dei rom su base etnica in Italia». Roma si fermi, chiede Strasburgo, e attenda le decisioni della Commissione Europea. La reazione italiana è stata altrettanto forte. Tre ministri (Ronchi per le Politiche Comunitarie, Frattini per gli Esteri e Maroni) hanno definito quello del parlamento europeo un voto strumentale, «politico», come ha sottolineato Frattini, ex commissario europeo, un voto «che allontana l’Europa dai cittadini», ha detto Ronchi, un voto frutto di «falsità», ha attaccato Maroni, che ha difeso con numeri e carte la sua ordinanza che dà poteri straordinari ai prefetti di Roma, Milano e Napoli per il controllo dei campi abusivi.
Il voto europeo (che ha avuto il sì, oltre che delle sinistre, anche dei liberali e di un piccolo spezzone del Partito popolare) è arrivato dopo giorni di spiegazioni da parte delle autorità italiane al commissario per la Giustizia e la Sicurezza Jacques Barrot, sul fine ultimo dell’ordinanza sulle impronte: identificare, non schedare, i rilievi dattiloscopici verranno presi, in particolare ai bambini, «solo se necessario», ha chiarito anche ai giornalisti Maroni. Il tutto rientra in un piano più ampio di «scolarizzazione» dei piccoli rom, e di creazione di campi attrezzati sorvegliati da un responsabile, in cui siano garantiti «i livelli minimi sanitari» e «la dignità».
Per questo l’Italia «respinge con forze le accuse di razzismo». ha scandito Ronchi. E Frattini: «Ci saremmo aspettati ascolto e rispetto. I diritti dei bambini senza identità sono diritti negati.

Pensate quanto è comodo per i trafficanti di bambini un bambino che non ha un’identità». Il censimento andrà avanti e si concluderà «entro il 15 ottobre», ha annunciato Maroni: «Sono rattristato e ferito. Ma l’Europa ci seguirà».

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