Guai a chiamarlo solo festival: «La Fabbrica dell'uomo» «è un progetto complesso e ricco d'inquietudini, che vuole favorire molti linguaggi e confrontare diversi punti di vista», spiega Angela Calicchio di Outis, il Centro di drammaturgia contemporanea che da tre anni organizza la manifestazione da oggi al 6 luglio in diversi luoghi milanesi (quali il Cortile di Villa Reale, il Pac-Padiglione d'Arte Contemporanea, la Palazzina Liberty, il Teatro Libero, oltre ai Giardini di Porta Venezia e i Giardini di Largo Marinai d'Italia). Questa terza edizione ha per sottotitolo «Incanti e disincanti» e prevede 8 performance di teatro d'autore, di strada e teatro-danza, oltre a 3 spettacoli prodotti dallo stesso festival, aperitivi-incontri, installazioni sonore e video, per un totale di oltre 100 artisti coinvolti e 23 repliche in sole due settimane: «varietà» sembra essere la parola guida per suscitare confronti e dibattiti: «chi fa cultura deve occuparsi di creare occasioni di dialogo - dice ancora la Calicchio -. Non si segue un evento artistico solo perché è tale, abbiamo bisogno di scambio di opinioni e di utopie».
Il primo a scendere in campo con i propri ideali e a cercare un confronto sarà Finazzer Flory, regista nonché assessore alla Cultura del Comune di Milano, con la sua performance-installazione dal vivo dal titolo, non a caso, «Utopie Migranti», che aprirà il festival stasera (ore 19), nel Cortile di Villa Reale. Per informazioni sullintero programma, consultare il sito Internet www.outis.it, o telefonare al numero: 02-89658004.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.