Quante volte labbiamo sentito nei film? «Le brave ragazze vanno in Paradiso, le cattive dappertutto» (nel senso che se la spassano senza tanti rovelli morali). Al cinema, però, la regola zoppica. Prendete AlbaKiara. Doveva fare sfracelli al botteghino, complici le canzoni di Vasco, inclusa la title-track Albachiara, l'aura di film maledetto e spregiudicato in chiave rigorosamente anti-Moccia, il lancio aggressivo allinsegna dell'evento generazionale. Invece un disastro. Dopo due settimane è a quota 764 mila euro, quanti ne ha incassati Pride and Glory in tre giorni. Era uscito in 281 copie, confidando sul passa parola, ne sono rimaste in giro 96, con una media a schermo di 1212 euro. Niente. Chissà se andrà diversamente con Un gioco da ragazze di Matteo Rovere, addirittura vietato ai minori di 18 anni. Il sospetto è che le bad-girl riempiano le pagine dei giornali ma non le sale dei cinema.
Così, mentre High School Music 3 fa il pieno totalizzando 4 milioni in un week-end, il pubblico degli adolescenti sembra per nulla intenzionato a rispecchiarsi nelle «serate gangster», cioè viziose e squassanti, di Chiara, la protagonista del film. Incarnata da Laura Gigante, sarà pure in apparenza «chiara come unalba e fresca come laria», ma della virginale fanciulla cantata da Vasco nel 1979 resta ben poco. Come sapete, AlbaKiara, col «k», è il nickname della liceale che il regista Stefano Salvati, mescolando «commedia, thriller, erotismo» con gusto adrenalinico, molto da videoclip, considera tipica di una generazione «amorale e viscerale»: «unignorante atomica» presa solo dal look e dal culto della propria bellezza, dedita a gare di fellatio, affari di droga ed esibizionismi vari. Per lei «il tempo delle mele» è finito da un pezzo.
Alla vigilia delluscita, il regista teorizzò «Abbiamo fatto dei test, mostrando la pellicola ai ragazzi. Prima si sono divertiti, alla fine ne sono usciti scioccati. È come se gli avessimo dato un calcio nella pancia. Credo che anche i genitori debbano vederlo. Pensano che tutto va bene, che ai loro figli queste cose non capitano». Magari il calcio nella pancia s'è rivelato troppo forte e diretto, o magari Salvati, gli sceneggiatori (cè anche lo scrittore Carlo Lucarelli), i produttori (Mikado, Sonia Raule, Patrizia Pellegrino) hanno proprio sbagliato ingredienti nel mettere a punto la ricetta-shock. Riflette Giannandrea Pecorelli, linventore di Notte prima degli esami: «Era prevedibile che andasse così. Il film va contro lo spirito dell'adolescente cantata da Vasco, contiene elementi di violenza eccessiva, parossistica, che non si sposano con unidea più romantica del mondo, tipica di quelletà».
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