Un’altra volta oltre i limiti. Il giorno dopo l’assegnazione del primato di capitale europea dello smog, Milano segna per il trentaseiesimo giorno dall’inizio dell’anno livelli di Pm10 fuorilegge. Le centraline dell’Arpa hanno registrato ieri valori pari a 171 microgrammi al metro cubo a Città Studi, tre volte oltre la soglia di attenzione dei 50 microgrammi. Eppure: nonostante la pioggia di polemiche da ogni parte, il sindaco Letizia Moratti conferma che «Ecopass ha funzionato». Dati sui primi dodici mesi di sperimentazione alla mano, quel che colpisce sono intanto gli incassi, dimezzati rispetto al previsto: al 31 dicembre 2008 il ticket ha «prodotto» circa 11,9 milioni di euro, contro i 24 previsti dal Comune prima di avviare il test. E il costo di gestione del sistema è stato di 6,5 milioni. Che i mancati introiti si possano tradurre col motto «obiettivo raggiunto» - ossia la piena osservazione del divieto da parte dei milanesi - è una delle ipotesi.
La seconda spiegazione, piuttosto, è che le deroghe agli Euro4 allungate a dodici mesi su dodici grazie al pressing dei partiti (e confermate anche per il 2009) ha ridotto ovviamente le entrate.
Ma va considerato (terzo) che un notevole «tesoretto» verrà recuperato con le multe: a ottobre le telecamere registravano circa 3.500 passaggi off limits al giorno. Anche se non era certo nella filosofia di Ecopass.
Sono diminuiti del 57 per cento, pari quindi a circa cinque milioni di auto in meno all’anno, i veicoli inquinanti in ingresso. Cresciute del 6 per cento invece le auto ecologiche e del 5,7 per cento (pari a 35 milioni) i passeggeri sui mezzi Atm. Nella zona «rossa» il traffico è diminuito in media del 14,4%, nel resto della città invece appena del 3,4. Mezzi più veloci (del 6,7 per cento) rispetto all’era pre-Ecopass e meno incidenti (ridotti del 14,4 per cento dentro la Cerchia e del 4,6 fuori). Si sono ridotte del 19 per cento le emissioni di Pm10 legate al traffico, e se nell’area del ticket i giorni con le polveri oltre i limiti sono stati 78 contro i 125 del 2007 - quindi 47 in meno -, fuori dalla Cerchia i giorni di sforamento in meno sono stati solo trenta.
Incrociando i dati di cinque pronto soccorso cittadini infine, il Comune ha rilevato che i ricoveri per disturbi respiratori sono scesi da una media di cinque giorni a 4,3. «Avanti con tutte le iniziative contro lo smog», afferma il sindaco, che ricorda ad esempio il piano di investimenti per il trasporto pubblico da 911 milioni in tre anni e il potenziamento del teleriscaldamento che raggiungerà a breve quota quattrocentomila famiglie.
Di fronte al persistere dell’inquinamento però, ieri ha preso posizione anche il governatore Roberto Formigoni. Ha scritto i sindaci dei Comuni che fanno parte della «zona critica» (e Milano è in testa) per richiamarli al loro dovere di far rispettare «con adeguati controlli», la legge regionale 24, in particolare il divieto di circolazione per i mezzi inquinamenti dalle ore 7.30 alle 19.30 dal lunedì al venerdì e il corretto utilizzo degli impianti di riscaldamento. «La legge esiste, è efficace, è stata apprezzata dall'Unione Europea e spetta ai sindaci - puntualizza il presidente della Regione - farla rispettare sui loro territori».
Critico il consigliere regionale dei Verdi Carlo Monguzzi, che di fronte all’impennata del Pm10 chiede alle istituzioni «di dare segnali, ad esempio il fermo reale di quei 150mila veicoli commerciali diesel, già fuorilegge e responsabili del 30 per cento del Pm10 primario.
Chiara Campo
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