BeneventoAvrebbe compiuto sette mesi tra pochi giorni. Ma di lei resta solo il corpo carbonizzato. Ilaria, questo il nome della piccola vittima, è morta avvolta dalle fiamme allinterno della Fiat Multipla (schiantatasi contro un albero sulla Statale che conduce a Pietrelcina) guidata dalla madre, Daniela Liguori, 33 anni, che è stata arrestata dagli uomini della squadra mobile di Benevento con laccusa di omicidio volontario.
Secondo quanto emerso da una prima ricostruzione della tragedia, la donna, che aveva mostrato recentemente segni evidenti di squilibrio psichico, avrebbe versato della benzina, acquistata poco prima presso una pompa, sul sedile anteriore dellauto, dove cera il seggiolino della figlia ed ha appiccato il fuoco scappando, poi, dallabitacolo. Fin dal momento della prima segnalazione, poco dopo le dieci, la situazione era apparsa poco chiara. Daniela Liguori aveva approfittato dellassenza del marito, un parcheggiatore abusivo, Paolo Delli Carri, di 46 anni, che aveva accompagnato le altre tre figlie della coppia a scuola. La donna ha preso la piccola Ilaria, si è messa in macchina e ha messo in atto il suo folle progetto.
Agli uomini delle forze dellordine arrivati sul posto si è presentata una scena raccapricciante: il corpo della piccola era ormai carbonizzato sul sedile posteriore mentre la 33enne era poco distante, con ustioni su varie parti del corpo.
Sul luogo è giunto anche il marito, che ha accusato un malore. I due sono stati trasportati allospedale Rummo di Benevento, dove la Liguori è stata piantonata del Reparto di Psichiatria. Dopo le prime ipotesi, che non avevano tralasciato anche la pista di un incidente dovuto allo sprigionarsi delle fiamme dal cofano dellautomobile, è venuta fuori la verità, grazie anche a quanto rivelato dal marito della donna. La situazione è diventata più chiara quando sul posto è giunto Giuseppe De Lorenzo, responsabile del Servizio psichiatrico dellAsl. E qui è venuta fuori laltra parte della storia, fatta di degrado e indigenza. Il medico, ex assessore al Comune di Benevento, ha raccontato, in una lettera, di essersi dimesso quando il padre della bimba ha protestato in Comune perché non voleva perdere il posto di lavoro.
De Lorenzo ha raccontato che «la donna soffriva, era psicotica. Veniva seguita ogni giorno dalla équipe esterna del servizio psichiatrico». De Lorenzo ha citato anche «una terza vittima impotente, il padre. Nellavvicinarmi a lui, mi ha detto: Vedete, dottore, questa è lultima tappa della mia vita infelice. Quando, giorni fa, venni da voi, avendo perso il mio impiego, definiamolo così, quale parcheggiatore abusivo, non ho avuto risposte. Gli altri sono stati accontentati, io escluso. Perché?. Gli ho chiesto scusa, anche se ritengo di non avere colpe». Anche perché, spiega De Lorenzo, «io mi sono dimesso per la gestione dei posteggiatori dal Comune di Benevento e ho denunciato i motivi alla Procura il 2 aprile. Ci dica ora il sindaco perché quelle persone furono lasciate senza lavoro. Oggi chiedo una risposta al sindaco: come sono stati gestiti quei posti? Perché alcuni dei parcheggiatori, una ventina, sono stati stabilizzati nelle cooperative, e altrettanti, invece, no». E ancora: «Il papà della bimba mi ha detto che non avevano nemmeno da mangiare. Questa non è una tragedia dovuta solo a una malattia mentale, ma anche una condizione di indigenza». La famiglia, infatti, abita in via Cavour, nel rione Libertà di Benevento, e viveva già da qualche anno in un alloggio del Comune. I sei stavano vivendo un momento molto delicato di difficoltà economica.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.