Quando il marito ha visto il cadavere della moglie è rimasto sotto choc. Non ha voluto nemmeno le cure del personale medico, soltanto l’aiuto di una vicina che se ne è preso cura dopo la tragedia. Genova, via Trento, quartiere di Albaro. Sono passate da poco le dodici quando i vigili del fuoco trovano il corpo carbonizzato di Caterina Tornavacca sul letto matrimoniale del suo appartamento divorato dalle fiamme per colpa di un cortocircuito scaturito dal prolungamento di un pulsante per accendere la luce. Lei, una donna genovese di 79 anni, inferma e costretta a letto da qualche tempo, non ha avuto la possibilità di fuggire né di ripararsi dal rogo. Secondo quanto emerso dopo i primi accertamenti, della conduzione della casa si occupava il marito, dieci anni più anziano di Caterina, che ieri mattina era uscito per andare a fare qualche commissione ed è rientrato a casa proprio mentre i vigili del fuoco stavano estinguendo l’incendio. Le fiamme hanno bruciato solo la camera da letto, mentre tutto il resto dell’appartamento è stato invaso da un fumo denso.
Sul posto hanno lavorato per tutto il giorno i tecnici della squadra di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco e la loro relazione è stata consegnata al pm di turno, Patrizia Petruziello che ha aperto un fascicolo e oggi potrebbe disporre l’autopsia del corpo della donna. Resta ancora da chiarire la causa esatta del decesso, se l’anziana cioè sia morta per asfissia, a causa del fumo sprigionato dal rogo, oppure per le ustioni riportate sul corpo.
