No all'inceneritore per i rifiuti a Scarpino senza un confronto politico tra l'amministrazione comunale e la popolazione interessata, (200 mila persone circa): è la posizione del Partito della Rifondazione comunista e del Forum ambientalista, che potrebbe includere, in ultima analisi, anche un referendum per i genovesi del Ponente e della Valpolcevera.
«Senza un confronto nelle circoscrizioni, con i partiti, i cittadini, le amministrazioni comunali, provinciali e regionali, finirà che i cittadini bloccheranno i cantieri - ha detto ieri mattina in una conferenza stampa Simone Leoncini, della Direzione di Rifondazione comunista -. E si ripeterà quel che è successo in Val di Susa col treno ad alta velocita».
Il termovalorizzatore che funzionerebbe con 332 mila tonnellate circa di spazzatura all'anno, secondo gli ambientalisti non incentiva alcun miglioramento della spazzatura, nè una valorizzazione del personale Amiu: «Genova ha una quota di raccolta differenziata molto bassa (il 17 per cento secondo noi contro il 22 per cento di Amiu) - ha detto il coordinatore del Forum ambientalista, Antonio Bruno -. Si vuole imporre un mega impianto ad alto valore tecnologico e basso valore occupazionale che rischia di assorbire, per funzionare, tutta la spazzatura prodotta sul territorio limitrofo, senza incentivare alcuna differenziazione».
Rifondazione e il Forum ambientalista chiedono che «si apra subito un tavolo di confronto, si faccia una valutazione dell'impatto ambientale molto approfondita e se le opinioni restano diverse, si vada a un referendum per i cittadini della zona interessata dal passaggio dei camion e dall'impatto dell'inceneritore».