Inciucio al Municipio Centro Est per far fuori la Lega

Hanno appena «riconquistato» il Municipio che pareva perduto e già lo vogliono riperdere. Il Centro Est, il cuore di Genova, quel pezzetto di città fondamentale per il centrodestra che dice di voler strappare la città a Pd e compagni, sembra non avere pace. Il biasottiano Enrico Cimaschi è stato da poco eletto presidente, sventando il tentativo di ribaltone dopo il voto di sfiducia all’altro biasottiano Aldo Siri impallinato proprio dal centrodestra. Ma già in Municipio tira aria di inciucio. Peggio, di riconsegna delle decisioni strategiche alla sinistra.
Tutto nasce perché i componenti della giunta, i tre assessori che collaboreranno con Cimaschi, sono stati individuati ma non ancora sottoposti al voto di fiducia del consiglio. E il Pdl ha deciso di fare fuori la Lega per accontentare uno dei consiglieri che aveva votato contro Siri. La linea è stata ribadita lo sorso venerdì in una riunione alla presenza del coordinatore metropolitano del Pdl, Gianfranco Gadolla. Invitati tutti i consiglieri del centrodestra, esclusi i due leghisti. Il motivo è stato ancora più evidente quando è arrivato il momento di ribadire la linea da seguire: niente Lega in giunta e posti per Roberta Bergamaschi, Alberto Loi e Alessandra Di Mattia. Un «pieno» per il Pdl che già si tiene stretta la presidenza della seconda commissione urbanistica. La Lega, ovviamente, non ha gradito. Soprattutto è seccata per il trattamento subito, dopo che ha sostenuto fedelmente sia Siri, sia il nuovo presidente Cimaschi. Per questo il Carroccio ha fatto sapere la sua posizione. Irremovibile. Questa volta i voti per far passare la giunta non li darà.
Ecco perché Cimaschi ora è in difficoltà. O accetta l’imposizione del coordinatore metropolitano perdendo la sua maggioranza, o ricuce con la Lega sfidando il partito. Il problema è invece la terza via: l’inciucio con Udc e Pd. E in questa direzione sono stati mossi i primi quanto decisi passi. Martedì in Municipio si è tenuta la riunione dei capigruppo e l’opposizione non ha tardato a mettere in difficoltà in neopresidente, a passare all’incasso. Giuliano Bellezza, capogruppo del Pd, si è rivolto a Cimaschi invitandolo a un incontro per affrontare i problemi che «questa non maggioranza» avrà per arrivare a fine mandato. La stessa consigliera Udc (ex Pdl) Maria Peter, ha ribadito di «stare al centro» e di «decidere di volta in volta» che decisione assumere. Messaggi trasversali, per offrire una non belligeranza, un’astensione chirurgica al momento della presentazione della giunta in grado di sopperire all’assenza dei due voti leghisti. Attualmente, se maggioranza (Pdl, biasottiani e Lega) e opposizione (dall’Udc all’estrema sinistra) fossero fedeli alle loro posizioni la votazione finirebbe 12 a 12. Cioè il centrodestra senza la Lega partirebbe sotto di 2. Addirittura se l’opposizione non fosse d’accordo per fare da stampella, potrebbe far mancare il numero legale. Il centrodestra dunque avrebbe bisogno di un aiutino, dell’indisposizione strategica di solo pochi consiglieri di minoranza.
Per questo Bellezza e Peter hanno già iniziato a passare all’incasso. Non chiedendo poltrone, ma molto di più. Sapendo di poter sfiduciare la «non maggioranza» in qualsiasi momento ma sapendo anche di non avere convenienza a far saltare ancora il banco, potrebbero ottenere una posizione del centrodestra decisamente a loro conveniente sulle scelte strategiche. A partire dalla moschea, sulla quale gli aspiranti neo assessori hanno già dimostrato la loro linea morbida.

Poi ci sono i parcheggi faidaté, la riqualificazione della zona, il nuovo piano regolatore. Insomma, l’inciucio converrebbe. A meno che a Cimaschi non riesca un nuovo miracolo entro il 9 settembre, data del primo consiglio: convincere il Pdl a tener fede all’alleanza con la Lega.

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