di Erasmo Castagnoli*
Si chiama incontinenza urinaria quella condizione medica caratterizzata da un'involontaria perdita di urine al di fuori dell'atto minzionale. Le strutture che intervengono per la continenza sono: vescica, uretra, sfintere uretrale pavimento pelvico. L'aumentare dell'età, così come alcune patologie tra cui il diabete mellito, il morbo di Parkinson, la demenza senile, concorrono ad alterare il meccanismo della continenza favorendo l'insorgenza di questa malattia. L'icontinenza urinaria può colpire sia uomini sia donne ma la prevalenza è soprattutto femminile.
Il motivo risiede nell'anatomia delle vie urinarie; gli uomini hanno un muscolo detrusore e uno sfintere uretrale più sviluppato, l'uretra è molto più lunga ed è presente inoltre la prostata che, spesso, con l'aumentare dell'età aumenta di dimensioni generando un disturbo opposto. Negli uomini le incontinenze sono per la maggior parte dei casi iatrogene, legate a traumi o interventi chirurgici. Nelle donne invece, con un detrusore e uno sfintere più debole, un pavimento pelvico delicato, una uretra corta, questa patologia insorge più frequentemente. Si distinguono due categorie principali di incontinenza, da sforzo e da urgenza, le quali possono inoltre coesistere (incontinenze miste). L'incontinenza da urgenza è causata da contrazioni involontarie del muscolo detrusore legate a un'iperattività dallo stesso. Chi ne soffre ha un forte stimolo che non riesce a trattenere.
È caratterizzato da pollachiuria (aumento della frequenza delle minzioni) e urgenza. Si può curare farmacologicamente con anticolinergici o con iniezioni endovescicali di tossina botulinica od eventualmente con neuromodulazione sacrale. L'incontinenza da sforzo è una perdita involontaria di urina durante lo sforzo fisico, causata da un incremento della pressione endo-addominale (ridere, tossire, starnutire, cambiare postura, camminare, salire e scendere le scale, sollevare pesi, ecc). In questo caso il problema non è a livello vescicale, ma appena sotto, a livello dello sfintere, «il rubinetto della vescica» che non tiene bene quando aumentano le pressioni. Le terapie sono o riabilitative (esercizi del pavimento pelvico, elettrostimolazione del piano perineale) o chirurgiche (posizionamento di sling o sfinteri artificiali).
*Urologo, ICBM Vigevano
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