da Roma
Qualcosa si muove sul tema più controverso della scorsa legislatura, la legge elettorale? Sembrerebbe proprio di sì, e oggi è diventato un piccolo avvenimento politico, lincontro fra una delegazione di Alleanza nazionale e una di maggioranza, composta dal ministro per i Rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Vannino Chiti e il sottosegretario Paolo Naccarato.
Anche la pattuglia degli aennini era ben nutrita, visto che cerano: i due capigruppo Ignazio La Russa e Altero Matteoli, i due vicepresidenti dei deputati di An Riccardo Migliori e Roberto Menia, il vicepresidente dei senatori di An Domenico Nania, il deputato e commissario della federazione An di Napoli Vincenzo Nespoli e Italo Bocchino, capogruppo di An in commissione Affari costituzionali. Di che cosa si discute, dunque? La delegazione di An ha ribadito la sua scelta a favore del bipolarismo sottolineando limportanza, in una legge elettorale, di una chiara indicazione del candidato alla presidenza del Consiglio. Gli uomini del partito di Fini, però, si sono detti contrari a modelli simili a quello tedesco e, per altro verso, a un maggioritario a doppio turno di collegio, in quanto - a giudizio di An - limitativo della partecipazione dei cittadini. In ogni caso il partito di Fini, pur esprimendo un giudizio favorevole sul referendum, si è resa disponibile a uniniziativa parlamentare per migliorare lattuale legge elettorale, come richiesto dal ministro.
Del tutto opposto, ovviamente, lesito dellaltro incontro della giornata, quello tra i due rappresentanti del governo e la delegazione dellUdc, composta dal segretario nazionale Lorenzo Cesa e da Mario Baccini, parlamentare Udc e vicepresidente del Senato. «Nel corso del colloquio, cordiale e costruttivo - si legge in una nota di Palazzo Chigi - lUdc ha espresso la propria preferenza per una legge improntata sul modello tedesco, con una soglia di sbarramento compresa tra il 4% e il 5%».
Incontro tra An e il governo sulla legge elettorale
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