Incubo case popolari Tutti i lavori mai fatti

Mm avrebbe dovuto sanare il degrado di via Console Marcello Ma dai tetti che perdono alle fogne, negli edifici poco è cambiato

Michelangelo Bonessa

Una lunga lista di promesse mai realizzate. I residenti delle case popolari di via Console Marcello, passate l'anno scorso da Aler a Metropolitana Milanese, sono inferociti. L'arrivo della partecipata comunale doveva rappresentare una svolta, che invece non c'è stata.

La lista di lavori promessi da MM, con tanto di data di realizzazione, sono quasi tutti rimasti lettera morta. E intanto le circa duecento famiglie che abitano nelle palazzine da quattro piani dei civici 19 e 21 vivono ancora con l'acqua che gli piove in casa a ogni temporale. «I tetti dovevano essere il primo intervento per importanza perché piove nelle case, ma non li hanno aggiustati e si continua con i secchi in salotto - spiega Armida - inoltre le infiltrazioni ci sono anche nelle cantine: io sono alla scala C e da una parte che dà sul cortile il muro è sempre bagnato, non capiscono che il degrado non viene dall'alto, ma parte dal basso?».

Gli unici due interventi della lunga lista affissa da MM all'entrata dei palazzi sono il taglio di tre alberi e l'installazione di nuovi lampioni nei cortili: «Sicuramente è bello tornare a casa la sera e non avere il cortile al buio, ma i ritardi per le altre opere non si capiscono - prosegue Armida - all'inizio avevano detto che dovevano cambiare i fornitori, ma dopo mesi non hanno trovato nessuno a cui affidare l'appalto?». La manutenzione a singhiozzo del verde è solo un problema tollerabile per i residenti, come quello dei citofoni che non funzionano, al contrario del nuovo gazebo per i rifiuti: «Praticamente è tutto chiuso e l'unica aria che c'è è con una ventola che gira solo quando c'è il vento - conclude la signora - quando adesso verrà il caldo sarà impossibile entrarci: a qualcuno era anche venuto in mente di smontare i vetri di notte senza attendere i permessi, poi però hanno lasciato stare». Sempre in tema idraulico anche i tombini dei due civici non sembrano in grado di digerire le precipitazioni abbondanti: se diluvia, si creano dei veri laghi tutto intorno.

Il comitato dei cittadini di zona 8 guidato dalla battagliera Valentina sta cercando in ogni modo di spingere Metropolitana a intervenire, ma l'impegno è arduo. «Io ormai non li chiamo nemmeno più - dice affranta Maria Grazia -, tutti quelli del quarto piano, dalla scala A alla I, sono nelle mie condizioni: ormai sono arrivata a sperare che ci caschi tutto addosso così si muovono a fare i lavori. Qui hanno promesso tanto e mantenuto poco: prima avevamo i numeri diretti, adesso invece devi chiamare un call center e se anche escono poi non fanno. A dicembre li avevo chiamati per un'infiltrazione e sono arrivati subito in sei a scattare foto e a prendere appunti, ero così contenta che lo avevo detto a tutti, ma poi non hanno risolto il problema».

E non solo, ormai gli abitanti dei due civici devono gestire in autonomia alcuni servizi essenziali: dalle lampadine dei citofoni, alla pulizia delle scale o alla sostituzione di alcuni finestrelle sulle scale. «Io ormai mi rifiuto di pagare l'affitto viste le condizioni in cui dobbiamo stare - conclude Maria Grazia - anche per il portone, che è lì da decenni, ci hanno detto che lo hanno ordinato e ci vuole pazienza, ma mi chiedo: dove lo hanno ordinato questo portone che ci mette mesi ad arrivare?».

Intanto il malumore cresce: al civico 21

la pur regolare assegnazione di un alloggio a una famiglia rom ha alimentato il risentimento dei residenti. Così come i molti appartamenti tutt'ora vuoti nei due civici. Una situazione che sembra ormai vicina al collaso.

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