da Roma
File interminabili dai notai, linee telefoniche bollenti fra Italia e Lussemburgo, ritorno di prodotti finanziari che sembravano dimenticati: gli italiani, certi del ripristino della tassa di successione da parte del governo Prodi, fanno di tutto per evitarla.
È noto che fin dallinizio dellanno - quando la proposta di reintrodurre limposta di successione, abolita dal governo Berlusconi, trovò posto nel programma dellUnione - titolari di piccole aziende e semplici privati si sono accalcati negli studi notarili per trasferire ai figli le proprietà. Incuranti, a volte, anche degli avvisi dei notai: dopo aver donato un immobile, per esempio, è più difficile venderlo. Ma pur di evitare la tassa, le donazioni si sono fatte comunque. Chi non aveva provveduto durante il quadriennio precedente, si è affrettato a sistemare i propri beni (lo hanno fatto anche Romano e Flavia Prodi, donando le case ai figli). E siccome, quando si parla di tasse, la fantasia italica si scatena, ci si è ricordati di uno strumento finanziario che si utilizzava prima del 2001, quando la tassa di successione cera ancora: le polizze unit-linked, un prodotto assicurativo finanziario che coniuga caratteristiche delle polizze vita con quelle dei fondi comuni. E che ha una caratteristica particolare: è escluso per legge dellasse ereditario.
Per queste polizze - scrive in prima pagina il Sole 24 Ore - è incominciata una seconda giovinezza. La raccolta premi di questo prodotto assicurativo-finanziario, che garantisce fra laltro linvestitore da eventuali crolli dei mercati, è cresciuta del 18% nei primi quattro mesi del 2006, per di più in controtendenza rispetto alle polizze infortuni e vita, che invece rallentano. Secondo i dati dellAnia, la raccolta di premi per polizza unit-linked è cresciuta nel periodo gennaio-aprile del 18% rispetto allanalogo quadrimestre 2005, raggiungendo la bella cifra di 3 miliardi e 866 milioni di euro. Nello stesso periodo le polizze tradizionali del ramo vita sono diminuite del 9,7% e quelle del ramo infortuni sono scese del 12,7%. Nelle ultime settimane, il fenomeno risulta in accelerazione: evidentemente, i segnali di allarme insistenti sui conti pubblici hanno convinto gli italiani che il governo si appresta a mettere le mani nelle loro tasche.
La questione era stata molto dibattuta in campagna elettorale.
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