La manovra mette le mani anche nelle tasche degli onorevoli. Per i parlamentari le novità introdotte dal provvedimento approvato venerdì dal Consiglio dei ministri prevede che il «contributo di solidarietà» per deputati e senatori sia il doppio rispetto a quello dei comuni cittadini e non sia fiscalmente deducibile. In pratica, il parlamentare che dichiara più di 90mila euro di imponibile lordo dovrà pagare il 10% di Irpef in più rispetto allaliquota tradizionale anziché il 5% previsto per i dipendenti pubblici e privati, mentre il prelievo sul reddito eccedente i 150mila euro sarà del 20% anziché del 10%.
Finisce anche la compatibilità del doppio incarico: lelezione a Camera e Senato farà scattare lincompatibile della carica di onorevole con tutte le altre cariche elettive e pubbliche. Per gli onorevoli che continueranno a svolgere la loro professione (avvocato, notaio, commercialista eccetera) lindennità prevista per i parlamentari sarà ridotta del 50%. Tutti gli eletti, i boiardi di Stato e i dipendenti pubblici saranno costretti a volare in classe economica.
Oltre allaccorpamento delle Province con meno di 300mila abitanti (oggi sono 36 quelle a rischio) e dei piccoli Comuni con meno di mille abitanti - che sono quasi 2mila - a ministeri ed enti locali toccheranno in meno 8,5 miliardi tra tagli alle spese e riduzione dei trasferimenti dallo Stato alle amministrazioni periferiche. La manovra contiene anche la riduzione del numero dei consiglieri regionali, che passeranno dagli attuali 775 a 610». Nel complesso la manovra sui costi della politica porterà alla cancellazione di 54 mila poltrone.
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