Infermiera spacciava la ketamina destinata ai «rave party» romani

Per tutti era «Sarona», quella delle pasticche e della ketamina, anestetico per cavalli, vera new entry tra le droghe consumate nei rave-party romani. Ragazza di buona famiglia, Sarona da circa sei mesi aveva smesso di frequentare i corsi universitari di Scienze Infermieristiche per dedicarsi, ormai, alla sua unica ragione di vita: il consumo e lo spaccio degli stupefacenti. Nella sua casa di Settecamini, gli uomini della polizia giudiziaria del commissariato di Castro Pretorio, hanno trovato oltre a 600 euro in contanti, altrettante «chicche» pronte per essere cedute ai pusher dei mega raduni after-hours, ma soprattutto un litro di ketamina liquida che, bollita in pentola, sarebbe stata trasformata in cento grammi di polvere, valore di mercato: quattromila euro. «Un grammo - spiega il vicequestore Domenico Condello - basta per tre persone. Si può inalare come la coca o anche assumere in forma liquida tramite iniezione intramuscolo. L’effetto sul cervello della ketamina è devastante, può durare più di 24 ore ed è di gran lunga superiore a quello dell’Lsd. Tra l’altro la ketamina provoca ipotermia e completa insensibilità al dolore. La studentessa è arrivata ad assumerne anche un grammo al giorno. La ragazza aveva con sé anche un vademecum con l’avvertimento di non assumere la droga quando era in compagnia di altre persone non conosciute che avrebbero potuto approfittare di lei». Con i soldi guadagnati dalla vendita, Sarona si pagava l’affitto di casa e la sua dose personale di sostanza stupefacente alimentando così un circolo vizioso che l’ha portata sull’orlo del baratro.

Gli inquirenti sono arrivati a lei seguendo i movimenti degli spacciatori abituali della rete dei rave. Ma i grossi rifornitori, quelli che le facevano arrivare l’ecstasy dall’Olanda e la ketamina dall’Inghilterra, restano ancora liberi.

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