Tutti per uno, uno per tutti. Tutti per Sylvan Chavanel, francese che corre per un team belga (la Quick-Step), che ieri ha vinto sulle strade dello sponsor la tappa del Tour e, visto che cera, si è anche vestito di giallo. Tutti per uno (Chavanel), ma Fabian Cancellara mette daccordo tutti. Tutti a passo ridotto, nel nome della sicurezza e della solidarietà. In nome di una sportività che ieri cè stata e oggi chissà. Di una corsa salvata con il beneplacito di Jean-Francois Pescheux, direttore del Tour e Francesco Cenere, il presidente di giuria (larbitro della corsa). Le dighe le abbiamo lasciate in Olanda, ma ieri la diga (barrage) lha fatta Fabian Cancellara in persona. Davanti il francese Sylvan Chavanel, tutto solo lanciato verso il successo, dietro Cancellara a tenere a bada quel che resta del gruppo, scoppiato nel vero senso della parola lungo la discesa dello Stockeu, punto nevralgico della Liegi-Bastogne-Liegi(per loccasione affrontata in senso inverso).
Cadute su cadute, grovigli a non finire. Corridori malconci: chi più chi meno. Tra i big, rimasti in testa, Cancellara, Menchov, Gesink, Tony Martin e Luis Leon Sanchez. Dietro tre quarti del gruppo a raccogliere i pezzi e a leccarsi le ferite. Da Contador ad Amstrong, da Petacchi a Cunego, passando per i fratelli Schleck. Insomma, una vera e propria ecatombe sportiva. Cancellara prende in mano le operazioni della corsa, decide di lasciar andare Chavanel, poi pensa a salvare la corsa di molti suoi compagni di squadra (gli Schleck appunto) e non. «Qualcuno penserà che abbiamo fatto una cosa non rispettosa nei confronti del Tour, io penso lesatto contrario», dirà lex maglia gialla. Lo stesso lo pensa Francesco Cenere, presidente di giuria: «Ho visto tante cadute, e soprattutto tanti corridori feriti. E prevalsa la sportività e il buon senso», assicura. «Sembrava di pattinare sul ghiaccio», racconteranno alla fine sia Armstrong che Contador.
Vince il francese, ma vince soprattutto la sportività, dicono in molti. Non tutti, però. I mugugni dei Rabobank (Menchov e Gesink) ma anche della Caisse dEpargne (Luis Leon Sanchez) e della HTC Colombia (Tony Martin), non sono nemmeno tanto velati. «E se davanti si fosse trovata la Radio Schack di Armstrong, come si sarebbe comportato il texano?», dicono allunisono.
E soprattutto, oggi il menù del Tour presenta una tappa delicatissima, sul pavé accidentato e insidioso della Roubaix. Se si verificheranno delle cadute come è normale e lecito attendersi - cosa farà Cancellara, autentico principe della Roubaix: aspetta tutti?