Inflazione, alimentari mai così alti dal 1996

I dati diffusi dall'Istat, carovita stabile al 2,9%, evidenziano l'impennata di benzina (+13%) e gasolio (+16,9%) e la forte crescita dei prezzi nei generi alimentari: pane +12,5%, pasta +14,4%, latte +10%

Inflazione, alimentari 
mai così alti dal 1996

Roma - L’inflazione a febbraio è rimasta stabile al 2,9% (stesso dato di gennaio). Lo comunica l’Istat in base alla stima preliminare. Su base mensile i prezzi sono aumentati dello 0,3%. I prezzi dei generi alimentari sono aumentati del 5% rispetto a febbraio 2007. Si tratta della variazione più alta dal 1996. In particolare il pane ha registrato un +12,5%, la pasta +14,4% e il latte +10%

Benzina e gasolio Aumenti a due cifre a febbraio per benzina e gasolio. Rispetto allo stesso mese dello scorso anno il prezzo della verde è aumentato del 13,1% mentre quello del diesel è cresciuto del 16,9%. Lo rende noto l’Istat, in base ai primi dati provvisori sull’ inflazione del mese. L’istituto di statistica segnala invece una diminuzione dei prezzi rispetto a gennaio: per la benzina -0,6% e per il gasolio -1,4%. Per il calcolo dell’ inflazione, i prezzi vengono rilevati il 1° e il 15 di ogni mese. In questo caso sono quindi esclusi i record segnati dai carburanti negli ultimissimi giorni.

Eurozona L’inflazione annua dell’eurozona ha segnato un nuovo incremento: a gennaio, secondo Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, ha toccato quota 3,2%. A dicembre il dato sui dodici mesi era pari a 3,1%. Ancora più netto l’incremento, che è quasi un raddoppio, rispetto al dato annuo registrato nel gennaio 2007: allora l’inflazione dell’eurozona si assestava all’1,8%.Unico dato positivo, quello mese su mese che vede un calo di -0,4%.

Per l’Ue a 27 stati membri l’inflazione annua a gennaio ha segnato il 3,4%, a dicembre era al 3,2%. Nel dicembre del 2007 il dato era pari a 2,1%. Anche in questo caso si registra un calo mese su mese, pari a -0,2%.

Tra i 15 stati membri dell’eurozona i tassi annui più elevati si registrano in Slovenia (6,1%), Spagna (4,4%) e Lussemburgo (4,2%). I più bassi invece, riguardano l’Olanda (1,8%), la Germania (2,9%) e il Portogallo (3,1%). L’Italia, con il 3,1 è nella fascia inferiore.

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