Inflazione, a ottobre scende fino al 3,5%

Si raffreddano i prezzi: dal 3,8% di settembre allo 0,3%. Il pane diminuisce dello 0,3%, cresce la pasta: +1,4% rispetto al mese scorso e un +32% rispetto a ottobre 2007. Giù i carburanti

Inflazione, a ottobre 
scende fino al 3,5%

Roma - I prezzi si raffreddano. L’inflazione è scesa ad ottobre al 3,5% dal 3,8% di settembre. Lo rende noto l’Istat in base alle stime provvisorie, precisando che rispetto a settembre i prezzi hanno registrato una variazione nulla. L’inflazione acquisita per il 2008, quella cioè che si otterrebbe se nei prossimi mesi la variazione dei prezzi fosse nulla, è pari al 3,4%. L’inflazione di fondo (al netto di energia e alimentari) è questo mese al 2,8%, identica a quella di settembre, mentre il tasso depurato dalla sola componente energetica è al 2,9%, in lieve rallentamento rispetto al 3% di settembre.

Gli alimentari I prezzi del pane sono diminuiti ad ottobre rispetto a settembre (-0,3%). Non così quelli della pasta, la cui corsa continua senza freni. Per la pasta di semola di grano duro i prezzi sono infatti aumentati dell’1,4% rispetto a settembre e addirittura del 32% rispetto ad ottobre 2007. Lo rende noto l’Istat in base alle prime stime sull’inflazione. Per il pane, il calo mensile dei prezzi ha portato a un forte rallentamento tendenziale: il tasso di inflazione è stato infatti ad ottobre pari al 5,7% contro l’8,6% di settembre.

I carburanti Benzina e gasolio frenano la corsa al rialzo su base mensile. Il prezzo della benzina è sceso a ottobre del 4,6% rispetto a settembre, spiega l’Istat, mentre su base annua si passa da un +11,5% di settembre al +5,6% di ottobre. In calo anche il gasolio che registra un -5,1% su base mensile e un +10,6% su base annua contro il +19% fatto segnare a settembre. L’intera componente non regolamentata del comparto energia, di cui fanno parte benzina e gasolio, sottolinea l’Istituto, registra un -4% su base mensile e un +8,1% su base annua contro il +13,7% registrato a settembre. Per quanto riguarda la componente regolamentata la variazione mensile è del +2,7%, quella annua del 14,8%. L’energia elettrica registra un aumento dello 0,6% a ottobre rispetto a settembre e un aumento annuo dell’11,3; ma è il gas che segna l’impatto più importante con un +3,7% sul mese e un +16,1% sull’anno. L’intero comparto energetico, spiega l’Istat, fa segnare un calo dei prezzi su base mensile (-1,5%) con un rallentamento anche della crescita su base annua che passa da 13,6% di settembre al 10,6% di ottobre.

Scajola: "Rilanciare i consumi" "L’inflazione di ottobre al 3,5%, in calo rispetto al 3,8 di settembre e al 4,1 di agosto, è un’importante conferma della fase di rallentamento della dinamica dei prezzi. Ora la priorità deve essere il rilancio di consumi e investimenti per evitare un prolungato rallentamento dell’economia". Secondo il titolare dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, "l’inflazione non rappresenta in questa fase il principale problema dell’economia, come ha riconosciuto anche il presidente della Bce Trichet, preannunciando un possibile e auspicabilmente significativo taglio del tasso di sconto per contribuire a contrastare la crisi". Inoltre, "le aspettative di un raffreddamento dell’inflazione potranno ricevere ulteriore impulso dagli effetti positivi che si potranno verificare da gennaio sulle tariffe elettriche e del gas in corrispondenza della forte contrazione delle quotazioni del greggio registratasi in questi ultimi due mesi".

Confcommercio: "Il problema è la crescita" "Il problema del nostro paese non è l’inflazione, ma la bassa crescita e, in particolare, i consumi delle famiglie sempre in forte difficoltà". Così l’Ufficio Studi Confcommercio commenta, in una nota, i dati diffusi oggi dall’Istat.

"Il ridimensionamento dei tassi di crescita dei prezzi al consumo e alla produzione, pur rappresentando un fenomeno certamente positivo - spiega la nota - riflette non solo la decelerazione in atto nell’economia mondiale, che ha favorito la brusca e repentina contrazione dei prezzi delle materie prime petrolifere, ma anche, e soprattutto, la stagnazione dei redditi e la contrazione dei consumi che le famiglie italiane oggi patiscono". 

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