«Inflazione Ue gestibile Nel 2008 Borse volatili»

da Milano

Il calo dei tassi Euribor di ieri non scalda più di tanto Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo e presidente Aiaf. «C’è stata un’asta molto generosa della Bce che ha fatto scendere con decisione i tassi a un mese. Ma già quelli a tre mesi ne hanno risentito ben poco (7 punti base, ndr)», dice De Felice in questa intervista al Giornale.
Cosa ci dobbiamo aspettare dalla Bce? Le tensioni inflazionistiche provocheranno un rialzo dei tassi? «Difficile pensare a un rialzo dei tassi. Anche la manovra di ieri sulla liquidità dimostra che la Bce punta a intervenire sul mercato piuttosto con provvedimenti strutturali di politica monetaria. D’altra parte esistono troppi elementi restrittivi sull’economia: i tassi a breve a livelli record, la riduzione del credito da parte di molte grandi banche estere, il cambio euro-dollaro ai massimi storici: in queste condizioni un rialzo dei tassi potrebbe essere deleterio per la crescita».
E cosa succederà nel corso del 2008?
«Io credo che i tassi resteranno stabili in Europa. Anche perché questo livello dell’inflazione è gestibile. A meno che la crescita non rallenti ulteriormente».
In questo quadro come si muoveranno i mercati azionari? La crisi legata ai subprime continuerà ancora?
«Bisognerà vedere nei prossimi due mesi, fino a febbraio: solo allora si vedranno i bilanci “veri” delle banche. Secondo le stime, considerate prudenziali del Fmi, le perdite legate ai subprime ammontano a 200 miliardi. Per ora ne sono stati dichiarati solo 70: o le stime sono sbagliate, o ci sono ancora molte perdite non emerse. Lo vedremo con i bilanci annuali certificati».
Ci saranno sorprese?
«Vedremo. Di certo ci sono nel mondo molti capitali in cerca di destinazione che potrebbero intervenire a salvare le banche in crisi. In parte lo stanno già facendo. Penso ai fondi sovrani asiatici o dell’area Opec. Perché a nessuno conviene che fallisca una grande banca».
Che natura hanno gli investimenti effetuati dei fondi sovrani?
«Il loro intervento muta lo scenario internazionale. L’Asia non sarà più un’area dove delocalizzare, ma diventerà un centro di potere economico che si estende fino nel cuore dei sistemi occidentali. Con evidenti conseguenze politiche in futuro».
Ma il loro ruolo è comunque stabilizzante, no?
«Questo sì, perché è nella loro filosofia stabilizzare il sistema. Non vogliono certo distruggerlo. Ma con il tempo peseranno sempre di più».
E le Borse nel 2008?
«La volatilità resterà alta. Continuerà il braccio di ferro tra mercato e Fed.

In questo quadro, gli utili delle società Usa del terzo trimestre saranno brutti, ma il dollaro debole può continuare a sostenere Wall Street. Poi, da primavera, se si conosceranno i conti definitivi della crisi subprime, i mercati azionari potranno tornare a crescere».

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