Influenza A, aprono i pronto soccorso riservati

«La Lombardia è tra le regioni più colpite dal virus, ma la macchina sanitaria messa in moto per fronteggiare l'emergenza sta funzionando». Sono parole che vogliono rassicurare quelle del direttore sanitario della Asl di Milano, Walter Locatelli che nei giorni scorsi ha chiesto un atto di responsabilità ai medici di famiglia perché lavorino anche il sabato e la domenica. Una precettazione su base volontaria per far fronte a un’emergenza che diventa tale soprattutto nei fine settimana. E mentre Milano si prepara ad affrontare il secondo weekend di pandemia (il picco è previsto a fine novembre), ieri si sono registrate due morti in Lombardia. Il primo è un indiano di circa 35 anni, deceduto a casa sua nel Bresciano, che di fatto è la prima vera vittima lombarda visto che non soffriva di altre patologie A. Lo ha confermato lo stesso assessore regionale alla Sanità Luciano Bresciani. L’altra vittima è una ragazzina di 14 anni morta all'ospedale di Monza che soffriva però di leucemia e risultata positiva al test H1N1. La direzione sanitaria ha precisato che «la morte della giovane è da attribuirsi all'evoluzione della malattia ematologia, non rispondente ai farmaci». Sarebbe stato quindi l'aggravarsi della leucemia la causa del decesso e non l'influenza A. Intanto si moltiplicano ancora una volta gli inviti a non presentarsi al pronto soccorso se non assolutamente necessario.
Milano per fronteggiare l'emergenza ha messo in campo tutte le forze. Partiamo dalla novità assoluta: i medici di famiglia risponderanno alle chiamate dei pazienti anche di sabato e di domenica e effettueranno le visite domiciliari. «Sono sicuro che i medici di famiglia risponderanno al nostro invito al 100 per cento - dice il direttore sanitario Locatelli -. Il fine settimana si è dimostrato la catena debole della nostra macchina organizzativa. I pazienti infatti non avendo a disposizione il proprio dottore si sono riversati negli ospedali. Da oggi non sarà più così». Ma non solo. Se il medico di famiglia non dovesse essere disponibile l'Asl invita a chiamare lo 02-34567, il numero di Continuità assistenziale. Il servizio che copre 12 postazioni di pronto intervento medico su tutto il territorio milanese è stato potenziato di cinque volte.
In sostanza se in condizioni di normalità le guardie mediche a disposizione sono 24 da questo fine settimana diventano 120. Il servizio copre i giorni prefestivi e festivi ed è attivo giorno e notte. «Nessuno resta senza medico e nessuno dovrà aspettare ore per ricevere una visita domiciliare - spiega ancora Locatelli -. Finora la macchina organizzativa ha funzionato al meglio e prova ne è che non c'è un solo paziente a Milano che si è lamentato per non aver ricevuto cure o servizi».
E andiamo ora agli ospedali. Sono stati potenziati i servizi di pronto soccorso pediatrico - nelle giornate di sabato, domenica prefestivi e festivi - dalle ore 8 alle 20 - delle seguenti Aziende Ospedaliere: Fatebenefratelli, Buzzi, Niguarda, Policlinico De Marchi, Sacco, San Paolo, San Raffaele. Gli ospedali San Carlo e San Giuseppe invece sempre per il weekend hanno attivato, in supporto all’attività dei pronto soccorso adulti un ambulatorio separato e dedicato a pazienti in condizioni non critiche e non urgenti. Da lunedì ricominciano le vaccinazioni di sanitari, donne incinte e bambini con malattie croniche: da quando sono partite Milano ha vaccinato settemila persone a settimana.

Molto colpiti i bimbi. La presidente della federazione Medici pediatri di Milano, Luisa Maria Nino, spiega che dagli ultimi dati rilevati dai medici sentinella il contagio fra i bambini in Lombardia è «il quaranta per mille».

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