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Influenza A, Messina "La donna era sana, vittima solo del virus"

La sorella di Giovanna, 46 anni, morta ieri all'ospedale Papardo. "Mia sorella era sana, non aveva la broncopolmonite". Rezza, dell'isituto superiore di Sanità: "Potrebbe essere il primo caso di decesso da virus"  

Influenza A, Messina 
"La donna era sana, 
vittima solo del virus"

Messina - Non aveva la broncopolmonite. "Mia sorella era sana". Lo ha sottolineato la sorella della donna di Messina morta ieri all’ospedale Papardo, intervista dal Tg1 e dal Tg2, lasciando intendere che la causa del decesso sia stata il virus dell’influenza A. "Mia sorella non era fumatrice, non aveva broncopolmoniti pregresse, non aveva nessuna patologia sistemica che potesse giustificare una sua non risposta ai farmaci e a tutto quello che i medici, veramente con grande professionalità, hanno fatto. Può avere contratto la malattia - ha aggiunto - come tutti noi avremmo potuto contrarla perché Giovanna non è stata all’estero. Precedentemente a mia sorella avevano avuto banali sintomi influenzali, trattati con paracetamolo, tachipirina e niente più, i figli di mia sorella e i miei figli, che stavano con me in vacanza. L’ultima a contrarre l’influenza - ha concluso la sorella della donna deceduta - è stata Giovanna e purtroppo è stata la più sfortunata".

Istituto superiore di sanità "Dai primi dati non possiamo escludere che la donna deceduta ieri a Messina sia morta a causa del virus dell’influenza A", ma per avere una risposta definitiva "serve un approfondimento di indagine". Commentando le affermazioni della sorella medico, Giovanni Rezza, epidemiologo dell’Istituto superiore di Sanità, non esclude che la donna di 46 anni morta ieri all’ospedale Papardo di Messina possa rappresentare il primo caso in Italia di una persona deceduta per causa diretta del virus H1N1, considerato che il primo caso, il decesso dell’uomo morto a Napoli il 4 settembre, aveva un quadro clinico che presentava gravi condizioni di base, con cardiopatia dilatativi diabete grave. Secondo Rezza "ci sono casi, per fortuna pochi, in cui il virus si trasforma in una polmonite virale acuta" molto insidiosa.

"Il caso di Messina - conclude - potrebbe essere uno di questi, ma è ancora presto per trarre conclusioni definitive".

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