Informazione e sicurezza, l’Asr risponde

Ho letto con attenzione il fondo del collega Claudio Pompei, «Il nuovo Minculpop istruisce i cronisti», pubblicato ieri su queste pagine. Il tema della sicurezza dei cittadini è da tempo al centro del dibattito e questo ha forse ingenerato alcune confusioni che vorrei chiarire dal punto di vista dell’Associazione Stampa romana. Non è compito del sindacato, nè tanto meno mio, esprimersi su come le istituzioni, locali e nazionali, gestiscono il tema della sicurezza, quindi non entrerò nello specifico, ma mi atterrò a qualche considerazione sul tema a noi più caro e familiare dell’informazione. 1) Il corso «Comunicazione e sicurezza» è già stato organizzato nel 2007 dal Comune di Roma e ospitato nei locali dell’Asr. Quello presentato martedì scorso non è che la ripetizione aggiornata di quella esperienza. 2) Il corso, nelle aspettative del sindacato, serve a fornire a giovani colleghi delle testate locali, degli elementi di conoscenza su come l’Ente locale si organizza in materia di sicurezza: competenze, gerarchie, norme ecc. 3) La parte strettamente legata alla scelta delle notizie, alla loro gerarchie, alla gestione delle fonti (plurale), all’etica dell’informazione sarà seguita direttamente dall’Asr che intende avvalersi anche della collaborazione dell’Ordine regionale dei Giornalisti. Questo a garanzia dell’autonomia e dell’indipendenza dell’informazione. 4) L’Asr ha ritenuto di accettare l’offerta dell’amministrazione comunale nel quadro di una politica di formazione permanente dei giornalisti. Questo significa, in pratica, che a quel corso ne seguiranno altri in collaborazione con le istituzioni preposte (ministero degli Interni, forze dell’ordine ecc). 5) Le dichiarazione degli assessori Touadì e D’Elia, vanno inserite nella libertà di espressione garantita dall’articolo 21 della Costituzione. Ovviamente il collega Pompei, come altri, hanno tutto il diritto di criticare quelle enunciazioni che sono l’espressione di una cultura politica condivisibile o no. Ma ripeto, non spetta al sindacato giudicare le posizioni politiche. Posso garantire, se questa fosse la preoccupazione, che non abbiamo mai accettato nè mai accetteremo che qualcuno ci venga a dire come fare la nostra professione.

Spero di aver chiarito la posizione dell’Asr che è quella di tutelare, aiutare, proteggere e far crescere una categoria fondamentale per il mantenimento del pluralismo dell’informazione che è uno dei presupposti della democrazia.
(*)Consigliere Segretario
dell’Assoc. Stampa romana

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