Infrastrutture, la rivoluzione romana Un hub da 55 milioni di passeggeri a Fiumicino. Due parchi a tema. Lo scalo merci San Lorenzo. Il centro logistico di Pomezia. Forse un raccordo bis. Ecco la città del futuro secondo Regina (Uir)

La Roma del futuro. Quella che, se saprà reinventarsi e investire su se stessa, diventerà una serissima candidata ai Giochi Olimpici del 2020. La cui assegnazione avverrà nel 2013, anno per il quale bisognerà già esibire al mondo i primi risultati concreti di questa rivoluzione delle infrastrutture. Di questo e di tanto altro si è parlato ieri all’assemblea annuale dell’Unione industriali di Roma, nell’hangar dell’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino.
Aeroporto che sarà fondamentale per lo sviluppo di Roma. E dal quale è partito il presidente dell’Uir Adriano Regina nel corso della sua relazione introduttiva. «Il Leonardo da Vinci - ha detto Regina - diverrà uno dei primi scali europei leader in Italia e al primo posto nel Mediterraneo», ed è oggi il luogo che con maggior «efficacia, offre il senso e la suggestione della sfida» dello sviluppo nei prossimi anni. «Il nostro aeroporto - sintetizza Regina - grazie a un piano di investimenti per 3 miliardi e mezzo di euro diverrà un hub da 55 milioni di passeggeri in 10 anni e creerà 210mila posti di lavoro». Oltre a Fiumicino nella Roma del futuro ci sono, ha elencato poi Regina, «gli aeroporti di Viterbo e di business aviation dell’Urbe, i parchi a tema di Castel Romano e di Valmontone, i porti di Ostia e Fiumicino e la darsena traghetti del porto di Civitavecchia, lo scalo merci a San Lorenzo, il grande centro di logistica a Pomezia. Opere da realizzare in 10-15 anni per riqualificare la città», e che potranno determinare «il successo della conquista delle Olimpiadi 2020 di Roma».
Regina ha poi proposto la costruzione di una sorta di raccordo anulare-bis esterno a quello esistente per collegare la sponda tirrenica del Lazio con quella appenninica. «Le prospettive di sviluppo di Roma e di Roma nella sua Regione hanno bisogno di una nuova proposta di sistema - ha detto Regina - Ecco perché abbiamo lavorato su una nuova proposta, che partendo da opere realizzate o pianificate, fa propri anche i criteri di sostenibilità indicati dall’Unione Europea. L’abbiamo definita “Sistema Infrastrutturale Romano Integrato”, un nuovo grande raccordo stradale che collega la dorsale tirrenica (la Roma-Civitavecchia) con la dorsale appenninica (la Fiano-San Cesareo), con due nuovi assi trasversali: a Nord la pedemontana di Bracciano e a Sud quella dei Castelli Romani, che si innesta a sua volta nel previsto corridoio tirrenico (la Roma-Latina)».
Si tratta, ha spiegato Regina, di «una grande progettualità fisicamente più esterna rispetto al Gra, interamente finanziabile e realizzabile dal settore privato secondo gli strumenti della finanza di progetto. Una proposta che nasce sotto il segno dell’intermodalità, interagendo con le altre grandi direttrici, da quella ferroviaria a quella aeroportuale».
Una voglia di fare che mette di buon umore il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta: «A me fa piacere - spiega, riferendosi ai grandi consensi ricevuti dalle parole di Regina - pensare che l’applauso più forte e corale sia dovuto più che alle cose, tante, fatte per il futuro di Roma, a quell’esortazione finale che ha rivolto a tutti gli imprenditori di tornare a sognare. Non poteva fare, in un momento come questo, un augurio più bello e stimolante, augurale. E non per coltivare illusioni o seguire chimere, non per disconoscere le difficoltà che nessuno può ignorare, non per seguire desideri impossibili, per illudersi, ma per dare un forte richiamo a vivere nuove avventure, a volare alto, a pensare in grande, a scoprire nuove strade. E a seguire la via dell’impegno che solo gli imprenditori possono praticare per il successo di tutti».
Sorrisi (stiracchiati) anche dalla Regione. «Perdiamo meno Pil rispetto al resto d’Italia - spiega il vicepresidente e facente funzioni Esterino Montino - e l’occupazione è in leggera ripresa, mentre nel resto del Paese siamo ancora in una situazione di difficoltà».

Montino ha però dovuto incassare anche lo schiaffo di Regina: «Al futuro governo regionale diciamo con forza che siamo qui con i nostri progetti per frenare la deriva di una spesa sanitaria che sta penalizzando i cittadini e le imprese del Lazio e che impone livelli massimi di tassazione sui lavoratori e sulle imprese. Non possiamo sopportarlo ancora a lungo. Anche qui siamo estenuati da promesse mai mantenute».

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